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25 marzo 2008

Inceneritori e cretinate

Dal Secolo XIX , quotidiano genovese, del 30 Settembre 2003:


"Presidente Momigliano, gli ambientalisti sostengono che i tedeschi, in fatto di limiti ed emissioni, hanno la manica molto larga. «Ma la sa una cosa? Un ingegnere, uno

studioso, mi ha detto che produce molta più diossina un caminetto comune, di quelli che si hanno in casa, in cucina o in salotto, piuttosto che un impianto come questo»."


Questa battuta, che potrebbe far parte di una nuova serie "Pubblicità-Progresso" a favore degli inceneritori, potrebbe essere intitolata: "Anche gli ingegneri dicono cretinate".


Cosa studi l'ingegnere in questione non è dato sapere, ma sicuramente non ha letto l'articolo di Launhardt, dell'Università di Monaco che nel 1998, pubblica sul numero di Ottobre di Chemosphere (una delle più importanti riviste scientifiche di Chimica Ambientale) uno studio sulle emissioni di diossine da impianti di riscaldamento domestico.

Il risultato è che bruciando legna, in un metro cubo di fumi si ritrovano da 2 a 25 picogrammi di diossine.

Non è un risultato inaspettato, la diossina si forma in ogni processo di combustione, anche negli inceneritori dell'ultima generazione.

Ilproblema è che in un metro cubo di fumi prodotti da un moderno inceneritore che rispetta gli attuali limiti, le diossine sono presenti a valori pari a 100 picogrammi, da 50 a quattro volte di più di un caminetto.

Questi dati già mostrano che i fumi di un caminetto sono meno inquinati di quelli di un inceneritore.

Ma la cosa più importante, che l'ingegnere studioso si è dimenticato di dire al Presidente AMIU è che la quantità di fumi che emette l'inceneritore di Colonia è enormemente maggiore di quelli che emette un caminetto.

In 24 ore, la quantità di fumi prodotti da un inceneritore, simile a quello proposto per Genova (800 tonnellate al giorno di rifiuti) è di 5 milioni di metri cubi, con una produzione giornaliera di diossine, immesse nell’ambiente, pari a 500 milioni di picogrammi di diossine.

Un buon caminetto, tenuto acceso per 24 ore, non consuma più di 40 chili di legna, con una produzione di fumi pari a 280 metri cubi, il cui contenuto massimo di diossine è di 11.200 picogrammi.

In conclusione, un inceneritore dell'ultima generazione inquina circa 45.000 volte più di un caminetto che non funziona al meglio delle sue prestazioni.

Se la legna è di prima scelta e il caminetto è costruito per ottenere la massima efficienza termica e la minima produzione di incombusti (fumi), la quantità giornaliera di diossine che si possono produrre per riscaldare la casa, scende a 560 picogrammi. In queste condizioni ci vogliono circa 890.000 caminetti per produrre la stessa quantità di diossine di un termovalorizzatore.

E per finire, c’è il piccolo particolare che mentre un termovalorizzatore è in funzione per circa 350 giorni all’anno, un caminetto si tiene acceso per un massimo di 150 giorni.

Pertanto, su base annuale, ci voglio più di due milioni di buoni caminetti per produrre la stessa quantità di diossina prodotta nello stesso periodo da un termovalorizzatore.

Non è che ci potrebbero essere gli estremi per una denuncia al garante per pubblicità ingannevole.


F. Valerio

Italia Nostra



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