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30 agosto 2008

Ci sono molti modi per farsi la croce e riprendere...

Siamo al dissesto del Comune ?

Giovanni Laino

Ci sono molti modi per farsi la croce e riprendere, ammesso che non si sia tornati al lavoro già in agosto. Una questione mi pare più ampia e collettiva di altre: le accuse di dissesto finanziario del Comune di Napoli. Avevamo già avuto qualche preoccupazione in merito, dopo qualche battuta di qualche funzionario comunale e – soprattutto – in seguito al fatto che il Sindaco e l’Assessore Giulio Riccio non sono riusciti a mantenere gli impegni assunti con le organizzazioni del terzo settore sul pagamento degli arretrati. Ecco gli ultimi fatti.

Le dichiarazioni dell’Assessore Regionale Velardi rilasciate nell’intervista di sabato 30 al Corriere del Mezzogiorno sono inquietanti. La polemica politica può essere fertile, è sicuramente legittima. Ma quando un amministratore pubblico accusa sostanzialmente di un reato altri amministratori credo si sia usciti fuori dal confine del dibattito. Quando si dichiara di essere a conoscenza di un sostanziale stato di dissesto della finanza comunale della terza città d’Italia, si coinvolgono non solo le preoccupazioni dei cittadini ma interessi e destini di lavoratori, imprenditori, imprese ed altre forze sociali. Nell’intervista – che dal suo blog viene corretta solo per un refuso sul suo essere in gioco per una eventuale lista civica - Velardi dice: “Napoli è al dissesto finanziario, che formalmente non si manifesta solo per degli escamotage contabili” (…). “Lo sa perché si aprono cantieri?».
 Ce lo dica lei.
 «Si avviano i cantieri per intascare i fondi europei. Poi si lasciano marcire. Uno scandalo vero”.

In pratica l’Assessore accusa il Comune di Napoli di fare partite di giro con fondi destinati a progetti che poi vengono solo avviati, per drenare liquidità e pagare man mano debiti pregressi che di fatto verrebbero coperti con la non realizzazione delle opere finanziate, secondo un disegno predeterminato, volto a nascondere lo stato di dissesto finanziario.

In questo contesto le dichiarazioni di Velardi non possono essere considerate solo di critica politica ma di una denuncia che forse dovrebbe interessare la Magistratura. Velardi, che non è un pivello, ha anche fatto per poco tempo l’assessore comunale, muove un’accusa pesante su cui evidentemente ha notizie chiare e inequivocabili.

Ci sono molte aziende e – indirettamente – migliaia di persone che sono preoccupate dello stato della finanza locale. Molte imprese profit hanno contratti e hanno realizzato forniture per il Comune attendendo da mesi i soldi. Hanno fatto anticipi sottraendo al profitto i costi delle anticipazioni bancarie. Ancor più grave è la situazione delle centinaia di imprese non profit che hanno realizzato servizi sociali. Hanno assunto rischi con le banche e costi per gli interessi, e non potrebbero superare una crisi derivata dal dissesto finanziario. Il solo annuncio di un tale scenario blocca la disponibilità delle banche ad anticipare i soldi delle fatture presentate al Comune. Molte imprese hanno delle esposizioni bancarie che reggono e potranno essere rinnovate nella misura in cui vi sia fiducia sulla finanza del Comune di Napoli. Allora, al di là della polemica politica contingente, occorre chiedere al Sindaco e all’Assessore Cardillo di chiarire: o viene sbugiardato l’Assessore Velardi rispondendo e dando chiare assicurazioni nel merito oppure viene fuori un segnale molto preoccupante secondo cui evidentemente nelle dichiarazioni dell’Assessore regionale vi è qualcosa di vero.

L’importazione acritica del bilancio partecipativo in Italia non mi ha mai convinto. Alcune tecnicalità non possono che essere delegate ad esperti e il confronto degli interessi, per essere equo, forse deve essere fatto almeno in parte con una conoscenza parziale di come stanno tutte le cose. Credo insomma che una quota di opacità della finanza locale sia inevitabile e forse non del tutto ingiusta ma allo stato attuale, a Napoli come in molti altri Comuni, una delle battaglie di civiltà che vanno fatte è proprio quella per la trasparenza dello stato dei conti pubblici, la tracciabilità dei finanziamenti e degli impegni. Insomma, una preghiera al Sindaco: siamo alle soglie del fallimento o Velardi non sa quello che dice ed è molto imprudente ?

28 agosto 2008

Blitz d'agosto a Napoli Sociale. E' guerra per le nuove assunzioni

Scritto da Ciro Pellegrino da Leggo, 28-08-2008 08:32
e preso da napolionline

L'elenco si ferma alla numero 215: tante sono le lettere che hanno allietato il post-Ferragosto di altrettanti operatori sociali. Missive che invitano i lavoratori, tutti dipendenti delle cooperative sociali che operano col Comune di Napoli nel trasporto dei disabili, a presentare documentazioni per un'eventuale assunzione. Firmato: Napoli Sociale.

È la società partecipata dall'Amministrazione di Rosa Russo lervolino, impegnata proprio nel trasporto di anziani e giovani con disabilità.
APRITI CIELO: sono sì 215 le lettere, ma gli operatori che fanno parte del "bacino" di Napoli Sociale sono molti, molti di più, oltre 350. Come sono stati scelti i "papabili" da assumere? È necessario fare un passo indietro. Prima dell'estate il Consiglio comunale votò un provvedimento che sancì l'assorbimento dei lavoratori delle coop sociali (215 unità) nell'organico dell'Ente. Una delibera approvata dopo una guerra durissima fra Rifondazione comunista, gli ex Ds legati alle coop rosse e gli ex Margherita legati invece alle coop di estrazione cattolica.
NEL PIENO del mese d'agosto, ed esattamente il 18, il blitz estivo, con le lettere di Napoli Sociale, partite su impulso dell' assessore al Welfare Giulio Riccio (Rifondazione Comunista) ma che recano la firma dell'amministratore di Napoli Sociale, Isidoro Orabona, entrato in quota Sviluppo Italia (l’agenzia di scopo dello Stato, già socia di minoranza della partecipata) e legato a Forza Italia ed esattamente al senatore Pasquale Giuliano (mentre il presidente della Napoli Sociale, Domenico De Biase è legato al centrosinistra). E veniamo dunque ad oggi: arrivano le letterine che fanno ipotizzare assunzioni. «Ho chiesto spiegazioni al sindaco lervolino e all'assessore Riccio dice Franco Moxedano, presidente della commissione Welfare, consigliere comunale Pd -. Come sono stati stabiliti i criteri delle eventuali assunzioni in quest'azienda? In delibera non c'è alcuna indicazione. È una procedura non trasparente e quanto meno anomala, senza parlare poi del fatto che le missive sono state spedite ad agosto. La prossima settimana convocherò la commissione per e chiarire questa vicenda».
UNA COSA È CERTA, in azienda è iniziata la guerra tra poveri: chi ha ricevuto la lettera sta zitto, nel timore di sentirsi additato come raccomandato; chi non l'ha ricevuta minaccia tuoni e fulmini. I primi due operatori sociali si sono mossi ieri mattina: hanno consegnato una lettera al primo cittadino e un esposto alla Procura della Repubblica. La guerra è appena iniziata .

Blitz di agosto a Napoli Sociale 2

Blitz di agosto a Napoli Sociale

Scritto da Ciro Pellegrino da Leggo, 28-08-2008
e preso da napolionline

L'elenco si ferma alla numero 215: tante sono le lettere che hanno allietato il post-Ferragosto di altrettanti operatori sociali. Missive che invitano i lavoratori, tutti dipendenti delle cooperative sociali che operano col Comune di Napoli nel trasporto dei disabili, a presentare documentazioni per un'eventuale assunzione. Firmato: Napoli Sociale. È la società partecipata dall'Amministrazione di Rosa Russo lervolino, impegnata proprio nel trasporto di anziani e giovani con disabilità.
APRITI CIELO: sono sì 215 le lettere, ma gli operatori che fanno parte del "bacino" di Napoli Sociale sono molti, molti di più, oltre 350. Come sono stati scelti i "papabili" da assumere? È necessario fare un passo indietro. Prima dell'estate il Consiglio comunale votò un provvedimento che sancì l'assorbimento dei lavoratori delle coop sociali (215 unità) nell'organico dell'Ente. Una delibera approvata dopo una guerra durissima fra Rifondazione comunista, gli ex Ds legati alle coop rosse e gli ex Margherita legati invece alle coop di estrazione cattolica.
Continua...

ndr



Siamo preparati sempre a sentir parlare di contratti a termine e di licenziamenti nel mese di agosto, per gli stagionali che finiscono e per gli operai che tornano dalle ferie e non trovano più il lavoro. Invece qui, nella nostra bella Napoli, c'è la sorpresa: in pieno ferragosto arrivano posti fissi, ben 215, di quelle buoni, non proprio al comune ma quasi, a "Napoli Sociale" di proprietà del comune.

Il bilancio sociale di questa azienda, meritoriamente pubblicato nel 2007 per l'anno 2006, parla con elegante entusiasmo di circa 80 utenti e del goal di portarli a duecento in avvenire, e di un organico che era già di 117 persone. Con questi numeri le nuove assunzioni sono davvero un miracolo, non solo per chi ha avuto la magica lettera. Ma sicuramente sarà avvenuto nel frattempo qualcosa che non sappiamo e dunque prudenza, aspettiamo di sapere. Nei molti articoli di qualche mese fa su questa vicenda non si evince niente di particolarmente nuovo, ma aspettiamo, con fiducia.

Per i nuovi assunti è un sogno che diventa realtà in tempi di bruta crisi dell'occupazione. Resta l'incubo di chi non ha beccato questa manna e si sta incazzando di brutto e di qualche migliaio di operatori sociali che "hanno già dato" e vorrebbero essere almeno pagati.

E secondo me resta anche l'incubo per Napoli Sociale di doversi ingoiare in avvenire l'entusiasmo, e prooccupare socialmente innanzitutto del proprio organico. Ma aspettiamo il bilancio sociale 2008 per saperne di più.

In trepida attesa. Farebbe veramente piacere a quel milione di cittadini che quasi ogni giorno si sente ripetere e si ripete da solo, meccanicamente, il ritornello: "non siamo in svezia, non siamo la svezia, non siamo svedesi" scoprire che con Napoli Sociale la svezia può essere, la svezia inizia vagamente o casualmente ad apparire pure qui.

Ci siamo sentiti così pieni di speranza e di orgaglio, così svedesi, solo poche volte nella nostra storia sociale, con i "monumentalisti" e gli "ecovigili", per esempio.

Non è finita molto bene, ma questa volta ce la faremo, sicuramente.

sv

27 agosto 2008

Strane idee sulla sicurezza (...perfino dal Corrierone)

DESTRA E SINISTRA
Violenze a Roma e Napoli
Strane idee sulla sicurezza

di Paolo Franchi

Una gaffe, anche se in parte riparata nella giornata di ieri, dettata da inesperienza, quella del sindaco di Roma sul fattaccio di Ponte Galeria? Può anche darsi. Capita però che anche una gaffe possa essere rivelatrice, oltre che della cultura e della concezione del mondo di chi vi incappa, dello spirito del tempo. E questo sembra proprio il nostro caso. Gianni Alemanno, ha detto, a modo suo, quello che, di primo acchito, è capitato di dire a molti. Alzi la mano chi non si è chiesto come possa essere passato per la testa al signor Paul e alla signora Wilma, una coppia non di ragazzetti alternativi ma di cattolicissimi cicloturisti olandesi di mezza età, di tirare su proprio lì, in un luogo, parola di Alemanno, «dimenticato da Dio e dagli uomini», la loro tenda, previa autorizzazione di soggetti già a prima vista non propriamente rassicuranti. Il fatto è però che Alemanno è il sindaco di Roma.

A ciascuno può capitare di lasciarsi andare a un giudizio frettoloso e avventato, salvo poi (speriamo) pentirsene, perché, a proposito di stupri il ritornello schifoso «in fondo se la sono andata a cercare anche loro» è risuonato troppe volte, persino a proposito della mattanza del Circeo, e la sola idea di rimproverare qualcosa a chi la violenza la subisce è (dovrebbe essere) inammissibile. A lui, comunque la pensi, no. Per il sindaco di Roma, posti «dimenticati da Dio e dagli uomini», dove a una coppia di turisti forse troppo ottimisti sulla natura degli uomini possa succedere, come è successo, qualcosa di terribile, a Roma non ce ne devono essere. Se ce ne sono, come ce ne sono, e se vi succede quello che è successo a Ponte Galeria, al sindaco tocca non fare le pulci ai comportamenti delle vittime, ma portare loro, e subito, solidarietà piena, senza se e senza ma, e chiedere perdono, punto e basta. Quali che possano essere stati i limiti e gli errori dei suoi predecessori. Quali che siano le nuove misure che ha in animo di adottare. Quali che siano le sue idee per cercare di riportare in quei posti magari non proprio Dio, che sembra un programma troppo vasto, ma più semplicemente uomini e donne meno inclini alla ferocia.

Tutto questo dovrebbe essere chiaro, persino ovvio, ma evidentemente non lo è. Per Alemanno che, nonostante abbia cercato pubblicamente di spiegarglielo non qualche esponente della sinistra radicale, ma il nuovo questore di Roma, fatica ancora a capirlo, continua a pensare di non aver poi commesso una gaffe troppo grave e forse è convinto, non a torto, di essere in sintonia con «la gente». Ma anche per il centrosinistra, o come diavolo si chiama adesso, che sembra preoccupato pressoché solo di rendere al sindaco della capitale pan per focaccia per come lui e la sua parte hanno agitato strumentalmente in campagna elettorale il tema della sicurezza, e gli rimproverano aspramente che Roma è insicura come e forse persino più di prima, come se tre mesi fossero sufficienti per giudicare l’operato di un’amministrazione. Idee molto diverse su come garantire la convivenza civile, che postula la sicurezza ma non disdegna il principio di tolleranza, invece non se vedono. Anzi. Sulla spiaggia di Castellammare capitano altri analoghi orrori, perpetrati stavolta non da pastori romeni ma da giovani mascalzoni locali, al pronto soccorso i medici tendono a negare, secondo un copione antico, che la vittima abbia subito violenza, e intanto in tv il sindaco di centrosinistra, seppur badando bene a non parlare come Alemanno, si pone grosso modo la stessa domanda: ma la giovane coppia tedesca proprio in quel postaccio doveva pernottare?

E non è solo questione di stupri. A Termoli tre vigili urbani fermano in mezzo alla folla un ambulante marocchino per sequestrargli la mercanzia, lui resiste gridando, loro non trovano di meglio da fare che trascinarlo verso il bagagliaio dell’auto di servizio per ficcarcelo dentro, la gente si divide, qualcuno applaude, qualcuno fotografa la scena, un giovane avvocato contesta agli agenti la reazione eccessiva: il sindaco di centrosinistra chiede alla polizia municipale un rapporto dettagliato, ma intanto difende i suoi vigili. Più o meno nelle stesse ore, secondo la testimonianza di Giorgio Cremaschi su Liberazione, sulla spiaggia di Rimini capita qualcosa di simile. Tolleranza zero, perché la sicurezza, come suol dirsi, non è né di destra né di sinistra. È nell’interesse della gente, del pubblico decoro, del turismo e dei commerci. Lasciate fare, applaudite, anzi, perché è quello che avete chiesto; piuttosto, se proprio volete campeggiare, e non dovreste farlo, state almeno attenti a dove mettete la tenda, perché forze dell’ordine e militari, nonostante gli sforzi, non possono essere ovunque. Un po’ dappertutto in Europa, anche là dove in materia di sicurezza, di immigrazione clandestina e di (cosiddetta) microcriminalità non vanno per nulla leggeri, ma continuano a pensare che a ciascuno vada garantito il diritto di sostare dove gli pare e piace, guardano un po’ stupiti e un po’ sconcertati quel che va capitando da noi. Deve essere per via di un risorgente complotto anti-italiano.

27 agosto 2008

Non dire No

Stamattina ho in mente due canzoni: mondo in mi settima di adriano celentano e non dire no di lucio battisti (lo so che non si chiama così il tempo di morire ma è questa strofa che mi è venuta in mente). Lo stimolo a questo accompagnamento mentale viene dalla cronaca del Mattino di Napoli su piazza Fuga, la piazza in cui abito, salottino del Vomero, quartiere quasibene di Napoli, di notte preda di raid, schiamazzi, violenze che ci sono davvero, li vedo e li sento, insopportabili, mi arrabbio moltissimo e una volta ho chiamato anche la polizia, io.

Apro il giornale e leggo che di giusti al mondo non ce n’è come mai?

E chissà perché mi è venuta in mente l’idea che potrei passare la notte in piazza a fare salotto, un buffet, tavolini, quattro chiacchere, un torneo di carte, wifi e portatili a disposizione per chattare, giocare, fuori casa, magari uno schermo al plasma per vedere la tv, qui nella piazzetta, con chi abita qui e la notte comunque non dorme, non può dormire mai tranquillo. Invece del solito NO all’insegna del rifiuto, della impotenza, della repressione (del sonno, del sistema nervoso, dei diritti, dei vagabondi schiamazzanti, del vivere civile, del bene comune, del buon nome della piazza e del quartiere e della città, dell’economia dell’intrattenimento, del turismo, del commercio, del benessere).

Ma perché ce la prendiamo con i balordi e non con la metro chiusa alle ore 10? Di giusti al mondo non ce n’è. Perché chiamiamo la polizia e non il proprietario del bar che alle nove della sera e di domenica sta chiuso!! In quella piazza, togliendo a se stesso e a noi tutti la possibilità di far meglio e star meglio? Pensate se nella piazzetta di Capri ci fossero stati esercenti come questo qui. Di giusti al mondo non ce n’è.

Quella di dire NO ormai è una malattia cronica che ha colto tutti e che ci ucciderà e che ci sta già uccidendo. Tutti, nessuno escluso, a partire da noi no tav, no mulin, no pianura, no chiaiano, no razzismo, no fascismo, no global, che però, guarda un po’, siamo gli unici accusati, mentre il no rom, no stranieri, no lavoro fisso, non stipendi decenti, no ambiente, no salute, no scuola, no impresa, no legge, no giustizia, no opere pubbliche, no welfare, no crescita passa inosservato e impunito.

Cerchiamo di evitare il no per un poco, o almeno di pronunciarlo avendo sempre in tasca e in testa un però, un altro, un meglio da proporre. Come per la piazza: seriamente invece di chiamare la polizia perché non la animiamo la piazza, a partire dalla funicolare, dalla metro e dal bar? Quello che succede in piazza non succede sopra la piazza, dove c’è un locale che fa buona musica e ottimi drink almeno fino alle due, e ha un sacco di gente, tanto che affianco si è aperto un altro che fa ottimi pani e panini e sta anche lui aperto fino a mezzanotte. E dalle due in poi iniziano i raid, quando loro chiudono. Ma nella furia dei NO la mia vicina di casa non li vuole a quelli lì, perché fumano (canne? No, sigarette, e le fumano sul marciapiede perché dentro NO!) e a lei le entra il fumo di sigaretta in casa, dal balcone! Si siamo stati noi a rovinare questo capolavoro sospeso nel cielo.

sv




il bar di domenica, i danni da vita notturna, il corto circuito della cosa pubblica

26 agosto 2008

Noteburc 34

Noteburc
Notizie e commenti dal burc n.34 del 25 agosto 2008

Le delibere e i decreti della regione campania coprono un periodo compreso tra il 17 luglio e l’8 agosto 2008

Segnaliamo in particolare

Umanità
Sono state assicurate le assicurazioni obbligatorie per la popolazione scolastica (seppure con una proroga di contratto all’Unipol, in attesa di un nuovo bando di gara europea). Gli studenti sono 1.153.000 e con una spesa di €. 252.507,01 l’assicurazione è stata coperta per sei mesi.

Potranno partire anche i Percorsi Alternativi Sperimentali (PAS) presentati da 125 scuole e destinati a contrastare la disperzione scolastica e il rischio sociale nelle scuole professionali, negli istituti tecnici e negli istituti d'arte. Sono state approvate le graduatorie e ammessi ai finanziamenti i progetti
.

Albo regionale degli Enti di Servizio Civile Nazionale, procedure di adeguamento degli Enti
Accreditati
. Si riportano i dati di adeguamento ma non l’albo completo con le modifiche apportate, quello ce lo dobbiamo cercare e per adesso non lo abbiamo trovato. Perché non c’è il senso della comunicazione istituzionale ?


Territorio
Programma triennale di monitoraggio marino costiero della Campania - Regolamentazione delle attività. In sostanza si era stipulato un contratto (con Arpac) ma sembra che non bastasse… e allora si è aggiunto un regolamento che assomiglia assai a un contratto: e dunque che contratto si era fatto ? Comunque meglio tardi che mai.

Economia
Per l’accreditamento dei consulenti aziendali in agricoltura, invece, siamo solo all’inizio con l’approvazione delle linee guida, in attesa di successivi avvisi, domande, valutazioni…. A quando?

Solo linee guida, per adesso, anche in tema di controlli del latte destinato al trattamento termico e alla trasformazione, qui l’urgenza sembra ancora più stretta e dunque aspettiamo un seguito ravvicinato

Ma il fatto più importante della settimana è la delibera di limitazione di spesa che l’assessore al bilancio ha emanato per tentare di evitare il superamento del limite del patto di stabilità e relative sanzioni: fino alla fine dell’anno finanziario solo spese obbligatorie e… speriamo che ce la caviamo!

L’indice completo è qui


Lo facciamo solo per e con amore.
decidiamoinsieme
cantieresocialenapoli



ho impiegato circa un’ora senza commentone

ciao susi

6 agosto 2008