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14 maggio 2008

GAS ‘e friarelli - di Massimo Lampa

GAS ‘e friarelli a cura di Massimo Lampa

Nome GAS: ‘e friarielli, ma è una attività sviluppata dalla cooperativa di commercio equo ‘E pappeci.

Data di nascita: maggio 2001

Motivazioni di base: sviluppare in cooperativa una esperienza concreta di consumo critico sulla quale innestare un percorso di riflessione politica più ampia sugli stili di vita: se il consumatore ha a disposizione “portate” che sono state pensate e realizzate secondo criteri nuovi, il consumo critico non è più solo testimonianza individuale di scelte consapevoli, diventa una pratica collettiva di sostegno a forme di produzione caratterizzate da solidarietà e sostenibilità, a partire dallo sviluppo ed il sostegno di esperienze locali

Punti nodali della storia:

o Si punta da subito all’individuazione di un produttore di “fresco” (frutta e verdura) perché non sono presenti sul territorio mercatini biologici ed i negozi che hanno questi prodotti li hanno trasformati in prodotti di nicchia costosi e dunque non accessibili a tutti. In altre parole l’ipotesi di “consumo critico” formulata non avrebbe potuto essere praticata.

o Viene individuato un produttore di Cuma, Paolo, che si mostra interessato alla nostra proposta. Produttore di biologico certificato, vuole sottrarsi al controllo mortificante di rivenditori bio (ti pago 1 e rivendo a 10) e di consorzi agricoli (ti do i semi se mi dai i tuoi prodotti che ti compro a 1 e rivendo a 10). La spesa viene fatta una volta alla settimana inviando gli ordini individuali via mail ad uno di noi che li raggruppa e spedisce via fax a Paolo

o Paolo non consegna né divide la spesa; andiamo noi a Cuma (a turno) e facciamo noi la divisione (sempre a turno). L’atmosfera nel gruppo è festosa, l’operazione di divisione della spesa faticosa ma coinvolgente (un fragrante odore si spande per la bottega e qualche cliente chiede informazioni: il gruppo aumenta un po’ di numero, ma senza esagerare !)

o Estendiamo il numero dei prodotti scegliendo la pasta (un test a casa di Mario: uno solo cuoce varie marche di pasta ma dello stesso tipo, la stessa salsa, gli altri giudicano non conoscendo le marche. Gioco simpatico e coinvolgente. Scegliamo Faella di Gragnano e Setaro e di Torre Annunziata. Gli ordini di pasta vengono effettuati ogni due o tre mesi, sempre per posta elettronica

o Un’amica ci presenta una produttrice di olio e vino (Silvana di Sant’Angelo a Fasanella sugli Alburni): la sua esperienza è interessante. Nasce una relazione che si sviluppa nel tempo consolidandosi, consentendo di assorbire una buona parte della produzione di olio: l’ordine è fato una volta all’anno

o Proviamo ad avviare una relazione con un contadino di Pontelandolfo per la produzione di legumi, con l’intento di remunerare il lavoro. L’esperienza fallisce perché noi non riusciamo ad affiancare il contadino e questi dilata i costi in maniera eccessiva (1kg di lenticchie viene a costare 20 euro !!!)

o L’esperienza con Paolo comincia a mostrare qualche limite: faticoso fare la divisione in bottega. Il numero dei “gasati” non aumenta. Paolo ci fa la divisione

o Viene organizzato, insieme al nodo di Napoli della Rete di Lilliput, Legambiente e Greenpeace un incontro di formazione sull’impronta ecologica alla facoltà di Scienze politiche con Alberto Castagnola, Gianfranco Bologna, Giovanni Fabris

o Si aderisce a due manifestazioni della “Giornata del NON acquisto” coinvolgendo la bottega

o Si aggiunge un nuovo prodotto: parmigiano reggiano di qualità. Gli ordini vengono effettuati ogni due o tre mesi, sempre per posta elettronica

o Il gruppo non riesce a crescere; proviamo a spezzettarci sul territorio, nascono i “gasetielli” in modo che ogni gruppetto possa soddisfare i suoi bisogni di fresco senza essere costretto ad andare settimanalmente in bottega. Per gli altri acquisti ilo riferimento continua ad essere la bottega. Le cose sembrano migliorare, ma il numero di appartenenti non cresce significativamente

o Paolo ha difficoltà a “piazzare” i suoi prodotti sul mercato: decide di riconvertirsi aprendo un ristorante bio che utilizza i suoi prodotti

o Il GAS non ha più un produttore di fresco e la crisi viene successivamente accentuata dalla crisi campana dei rifiuti, ma anche dall’incapacità dei produttori locali di fornire prodotti a soggetti come il GAS

o Siamo ad oggi: si prova a cercare un nuovo produttore in terre un po’ più lontane, in alta Irpinia, disponibile a sviluppare l’esperienza

Una sintesi della nostra esperienza: la modalità di consumo dei GAS ha incontrato fino ad ora due grosse difficoltà:

- i produttori o puntano sulla quantità a scapito della qualità (la maggior parte, anche se questa scelta li espone al giogo di un mercato “camorristico”) oppure scelgono produzioni di nicchia eccessivamente costose. Nessuno conosce l’esperienza nazionale dei GAS né ha interesse a sperimentare

- i consumatori non sono disposti ad affrontare l’esperienza dei GAS dedicando un mezzo pomeriggio, ogni varie settimane, di lavoro da “donare” al gruppo né è capace di comprendere quali sono i problemi dei produttori (necessità di continuità, necessità di gestire l’orto evitando sprechi). Insomma la “S” non riesce a conciliare con i nostri ritmi di vita.

In entrambi i casi il problema è culturale e richiede tempo per la sua soluzione

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