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31 maggio 2008

La cooperazione sociale

che cosa fanno le cooperative per l' assistenza sociale


Abbiamo letto, in questi giorni, la querelle disputata, sulle pagine di questo giornale, tra il professor Laino e il capogruppo di Rifondazione comunista al Comune di Napoli, con grande attenzione ma soprattutto con estrema preoccupazione, visto che si sferra, in modo del tutto gratuito e infondato, un attacco alla cooperazione sociale che opera nella città di Napoli. I toni usati da Raffaele Carotenuto, che tratta il mondo cooperativo come se fosse un coacervo di parassiti privilegiati, sono assolutamente fuori luogo e ingiustificati e ci indignano profondamente. Tanto più in qualità di rappresentanti di decine di migliaia di cooperatori, soci e dipendenti, che lavorano nella massima trasparenza rispettosi delle regole e della legalità dibattendosi nelle tante difficoltà di un mercato concorrenziale e sleale. Giovanni Laino, nel suo articolo, spiega bene le gravi condizioni lavorative e retributive cui sono sottoposte le cooperative che sono chiamate sul banco degli imputati. Intanto ci corre l' obbligo di fare alcune precisazioni circa quanto sostenuto dal consigliere comunale Raffaele Carotenuto sul servizio di assistenza scolastica agli alunni disabili della nostra città. Il servizio è attivo in città dal lontano 1995. Nel periodo 1995-2000 tale servizio era regolarmente erogato attraverso il contributo della Cooperativa Sociale XIX di Roma a seguito di aggiudicazione di gara. Dal 2000 a oggi il servizio è assicurato attraverso l' azione professionale di varie cooperative sociali aggiudicatarie di tre successive gare d' appalto biennali. Al fine di garantire la continuità del servizio, nei periodi intermedi tra una gara e l' altra, l' amministrazione comunale, a causa di propri ritardi nell' espletamento delle gare, è ricorsa a forme di affidamento diretto a seguito di trattativa privata, alle cooperative sociali già aggiudicatarie di gara, come peraltro previsto dalla normativa vigente. Il tutto in otto anni di attività (sei anni in gara e due anni in affidamento diretto). Per quanto riguarda invece il costo per una assistente sociale laureata, che l' amministrazione sostiene, il riferimento alle tabelle stipendiali di cui all' allegato B del "Ccnl del personale non dirigente del comparto regioni e autonomie locali quadriennio normativo 2006-2009 biennio economico 2006-2009" si riferisce al trattamento economico previsto dal 1/2/2007, con «valori in euro per 12 mensilità cui si aggiunge la tredicesima mensilità», conferito al lavoratore al lordo delle quota impositiva, a carico dello stesso, e al netto delle quote previdenziali, assicurative, di liquidazione e indennità varie, a carico dell' ente locale. Pertanto in considerazione di ciò il costo effettivo che l' amministrazione sostiene per un assistente sociale è di gran lunga superiore a quanto affermato dal consigliere Carotenuto. Infine è del tutto evidente che una qualsiasi organizzazione - dunque anche Napoli Sociale - che è chiamata a erogare prestazioni assistenziali, che coinvolgono circa 300 operatori, necessita di una funzione di coordinamento come, del resto, previsto dal disciplinare di gara e che come è ovvio fa lievitare il costo effettivo, anche per la stessa Napoli Sociale. è ingeneroso, quindi, Carotenuto che, pur avendo ricoperto per un lungo periodo il ruolo di presidente della VI commissione al Comune di Napoli, non ha ancora ben chiaro il ruolo fondamentale di quella cooperazione che chiama in causa e che le centrali cooperative non sono enti appaltanti. Un ruolo di ricerca, innovazione e con poche risorse, comunque al servizio del lavoro di inclusione e recupero sociale di donne, migranti, minori, anziani, disabili e quanti altri vivono nel disagio, ruolo che ha svolto, ripetiamo, in condizioni economiche improponibili. Un contributo straordinario che ha dato la cooperazione, e quella sociale in particolare, a un sistema di welfare che da sola la Pubblica amministrazione non avrebbe potuto reggere e garantire. Non ricorda che solo nella città di Napoli sono presenti 120 cooperative sociali, che danno lavoro a ben 4.000 operatori/trici che non meritano di essere criminalizzati/e ma valorizzati/e per l' alto senso di responsabilità che hanno dimostrato in tutti questi anni, sopperendo alle situazioni di difficoltà e di contraddittorietà prodotte dalle inefficienze della stessa Pubblica amministrazione. La cooperazione e quella sociale in essa - non ovviamente quella spuria che danneggia anche noi - ha una rilevanza economica che non va sottovalutata, in special modo perché accanto alla produttività pone i bisogni della persona, soci o dipendenti che siano. Piuttosto, Carotenuto, dovrebbe cominciare a interrogarsi sul sistema produttivo generale di questa città, come suggerisce il buon Laino, e trovare in esso la malerba che sta per soffocare Napoli.

Gli autori sono responsabili rispettivamente di Legacoop Campania, Agci Campania e Confcooperative Campania
VANDA SPOTO, ROSARIO ALTIERI E FERDINANDO FLAGIELLO

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