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27 maggio 2008

L'attesa di Chiaiano e l'enigma del «Codice Cer»


Da Carta quotidiano on line del 26/05/2008


Chaiano aspetta la fine della «tregua», domani mattina,
con il probabile inizio dei carotaggi nella cava. Quello
che Bertolaso nasconde è che nel decreto del governo
sono stati inseriti i rifiuti tossici elencati dal Codice Cer.



Eleonora Formisani
Dopo le cariche della polizia di venerdì notte e
sabato mattina a Chiaiano contro i cittadini che da
mesi si oppongono all’apertura di una discarica all’interno
delle cave di tufo, oggi e fino a martedì mattina,
è una giornata di calma, così come in via Cupa del
Cane, «casa» del presidio. Nelle prime ore della mattina
di domani, precisamente dalle sette, cinque tecnici
più tre uditori, entreranno nella cava di Chiaiano per
effettuare gli esami tecnici che dovranno fare chiarezza
sulla concreta possibilità di realizzare una discarica
da 700 mila tonnellate di rifiuti. Tra i tecnici c’è anche
Franco Ortolani, docente di geologia e direttore del
dipartimento di Pianificazione e scienza del territorio
alla Federico II, che più volte ha denunciato in diversi
articoli come lo «scandalo rifiuti» sia stato aggravato
«in base ad azioni promosse da vari governi nazionali
e locali che hanno agito come se fossero ‘agli ordini’ di
potenti imprese italiane». Questo è emerso nella tarda
serata di ieri, in una riunione alla Prefettura di Napoli,
a cui oltre Bertolaso hanno partecipato il prefetto di
Napoli Alessandro Pansa, i sindaci di Marano, Salvatore
Perrotta, quello di Mugnano, Daniele Palumbo, il
presidente dell'ottava municipalità di Napoli, Carmine
Malinconico, i rappresentanti del comune di Napoli e i
rappresentanti dei Comitati.
La tregua stabilita dovrebbe servire oltre a «calmare
gli animi», come ha scritto molti quotidiani, a consentire
l'accesso dei tecnici e dei mezzi necessari per
iniziare i rilievi tecnici che, ha spiegato Bertolaso,
«dovranno essere ultimati entro venti giorni, le parti
saranno convocate per riprendere il confronto sulla
decisione finale alla luce delle risultanze delle analisi
stesse». Esami e carotaggi a parte il decreto autorizza
lo smaltimento dei rifiuti contraddistinti dal «Codice
Cer», il Catalogo europeo dei rifiuti. Tra questi ci sono:
ceneri pesanti e scorie, contenenti sostanze pericolose;
ceneri leggere, contenenti sostanze pericolose; fanghi
prodotti da trattamenti chimico-fisici contenenti
sostanze pericolose e «altri rifiuti», tra cui quelli che
provengono dal trattamento meccanico dei rifiuti,
contenenti sostanze pericolose.
Sono tanti gli attestati di solidarietà arrivati in questi
giorni e in queste ultime ore ai cittadini e al presidio
di Chiaiano, che questa sera si ritrovano a Marano
[comune che si dall’inizio è stato accanto ai cittadini
della municipalità napoletana] per decidere se organizzare
una manifestazione nazionale per il primo
giugno. «Noi siamo e resteremo comunque al fianco
della nostra gente che si batte contro una scelta
sbagliata a prescindere, come quella di collocare una
discarica in mezzo a un abitato di molte decine di
migliaia di persone e nell'unico vero polmone verde
dell'area metropolitana di Napoli», ha detto oggi il
sindaco Perrotta. Dimostrazioni di solidarietà sono
arrivate dal Patto di Mutuo soccorso, dal presidio No
Dal Molin, dalla Rete campana salute e ambiente,
l’Officina ambiente e il Centro sociale Bruno di Trento,
l’Assemblea permanente No Mose, dal Coordinamento
comitati della Piana, Firenze Prato Pistoia, Medicina
Democratica e dall’Assemblea cittadina cagliaritana
che questa sera ha indetto un presidio di solidarietà
che si terrà alle 18 in piazza Costituzione.
L’attenzione dei media è concentrata su Chiaiano
anche se l’atmosfera è di fervida attesa anche nelle
altre nove località individuate dal «decreto di misure
straordinarie per fronteggiare l’emergenza rifiuti in
Campania». Ad esempio Terzigno [Napoli], in pieno
Parco nazionale del Vesuvio. Qui il sindaco, Domenico
Auricchio, [Pdl] è preoccupato anche sulla tipologia di
rifiuti che saranno scaricati nel sito. E da Serre, in
provincia di Salerno il sindaco Palmiro Cornetta, da
sempre in prima linea con i cittadini per difendere
Valle della Masseria, fa sapere che si sta già pensando
di impugnare il decreto del governo.

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