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26 maggio 2008

Replica

Oltre l’assistenzialismo
Giovanni Laino

Nell’articolo di ieri del consigliere comunale Carotenuto riporta informazioni e valutazioni sul Piano sociale di zona e sulla specifica vicenda degli Operatori socio assistenziali OSA, che dovrebbero passare a Napoli Sociale. In merito al Piano mi riprometto di dare un contributo potendo avere più spazio. Insegno Pianificazione e sono sensibile all’insieme dell’azione, dell’agito, all’implementazione del complesso delle politiche delle Amministrazioni più che ai piani disegnati. Dico subito però che colgo una visione troppo carica di ottimismo della volontà. Proprio pensando ad alcuni esempi fatti nel testo: gli interventi per gli indultati, il lavoro di accompagnamento sociale fatto per i beneficiari del reddito di cittadinanza, i tirocini formativi. Veramente Carotenuto pensa che si tratta d i buone pratiche di workfare, o meglio, come dicono gli studiosi più avanzati, di “attivazione” ?
Oltre al fatto che Carotenuto di fatto conferma che dalla promessa di assumere gli OSA in Napoli Sociale, Rifondazione fa dipendere la tenuta della maggioranza, avevo ben colto nel mio articolo una valutazione diffusamente negativa che alcuni politici fanno del lavoro delle cooperative sociali, che, fra l’altro, non sono uguali e non sono tutto il terzo settore. Nel testo di Carotenuto – che parla di intermediazione parassitaria - ci sono spunti che dovrebbero spingere i dirigenti comunali a fare ispezioni, valutazioni serie pur se contestualizzate. Oltre al fatto che non risulta che il servizio sia stato mai prorogato, il calcolo dei costi che propone è però obiettivamente sommario, impreciso, tutto da verificare. L’analisi confonde costi diversi, disconosce una serie di prestazioni e un valore aggiunto, che ogni organizzazione del terzo settore dovrebbe dare quando realizza un servizio, dopo aver superato una gara e vinto un appalto. Già qualche anno fa ho scritto della possibile deriva del lavoro sociale a Napoli, i testi si trovano anche in rete. Ma attenzione: la degenerazione dei rapporti fra Municipio ed enti attuatori – che in parte vediamo - è un prodotto delle politiche. In diversi casi le organizzazioni subiscono le proroghe perché il Comune non riesce ad articolare processi efficienti ed efficaci. Se, come sembra dal testo, Carotenuto ritiene che la crisi del comparto dipende dal “ruolo parassitario delle imprese sociali”, sta scambiando un sintomo con le cause.
Ho chiesto da tempo all’Assessore Riccio di fare iniziative pubbliche per presentare il piano, argomentare con dati precisi come, il necessario rinnovo dei contratti previsto dal nuovo piano, consentirà di stabilizzare i lavoratori di diversi progetti, realizzare servizi di qualità accettabile e stare nei conti previsti dal Comune. La massima parte delle organizzazioni subiscono la precarietà dei lavoratori e cofinanziano la realizzazione delle attività. Le organizzazioni più avanzate non intendono affatto essere enti di gestione di un lavoro mal pagato per un servizio poco qualificato. La soluzione che propone Carotenuto è vecchia e inefficace oltre che pericolosa: basta ricordare l’assunzione fatta quasi trenta anni fa, nella Regione Campania, dei dipendenti degli enti della formazione professionale.
Francamente non trovo nel testo nessun condivisibile argomento per far assumere da Napoli Sociale i 251 OSA, rispetto ad atri OSA e a tutti gli altri operatori impegnati anche da oltre dieci anni in servizi essenziali. Per dirla tutta l’attenzione alla disabilità, in questo approccio, mi pare sospetta. E’ tutto da dimostrare che questa sia la chiave di una seria qualificazione dei servizi sociali. Credo invece che si tratti di una prospettiva che ripropone l’assistenzialismo che Carotenuto dice di voler superare. Sarebbe utile verificare se c’è un nesso fra questa vicenda e la notizia di questi giorni di un accordo tra assessori regionali al lavoro e alla sanità per l’assunzione degli OSA nelle Aziende sanitarie Campane. Io e Carotenuto forse stiamo nello stesso cinema ma guardiamo (anzi siamo attori di) due film molto diversi. Con altri protagonisti di questo film – che se visto suggerisce che la crisi dei rifiuti è un epifenomeno di problematiche più gravi – si dovrà parlare quanto prima, ad esempio, delle politiche del lavoro in questa città. Magari prima che lo faccia Report o qualche Procuratore della Repubblica.

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