Traduzioni

30 aprile 2008

Algebra *

di Simone Weil

Denaro, macchinismo, algebra. I tre mostri della civiltà attuale. Analogia completa.

L’algebra e il denaro sono essenzialmente livellatori: la prima intellettualmente, l’altro effettivamente.

Da circa cinquant’anni la vita dei contadini provenzali ha smesso di somigliare a quella dei contadini greci descritti da Esiodo. Distruzione della scienza quale la concepivano i Greci circa alla medesima epoca. Il denaro e l’algebra hanno trionfato simultaneamente.

Il rapporto tra segno e cosa significata scompare; il giuoco degli scambi fra i segni si moltiplica da sé e per sé. E la complicazione crescente esige segni di segni…

Tra le caratteristiche del mondo moderno, non dimenticare l’impossibilità di pensare concretamente il rapporto tra lo sforzo e il risultato dello sforzo. Troppi intermediari. Come in altri casi, questo rapporto che non risiede in nessun pensiero risiede in una cosa: il denaro.

Siccome il pensiero collettivo non può esistere come pensiero, esso passa nelle cose (segni, macchine…). Da ciò il paradosso: la cosa pensa e l’uomo è ridotto alla condizione di cosa.

Non esiste pensiero collettivo. In compenso, la nostra scienza è collettiva come la nostra tecnica. Specializzazione. Si ereditano non solo risultati, ma anche metodi incomprensibili. Del resto, le due cose sono inseparabili, perché i risultati dell’algebra forniscono metodi alle altre scienze.

Far l'inventario o la critica della nostra civiltà, che cosa significa? Cercare di illuminare in modo preciso l'imbroglio che ha fatto dell'uomo lo schiavo delle proprie creazioni. Perchè si è infiltrata l'incoscienza nel pensiero e nell'azione metodici? L'evasione nella vita dei selvaggi primitivi è una soluzione della pigrizia. Bisogna ritrovare il patto originario tra lo spirito e il mondo nella civiltà stessa in cui viviamo. E' un compito tuttavia impossibile causa la brevità della vita e la impossibilità di collaborazione e di successione. Questa però non è una buona ragione per non intraprenderlo. Siamo tutti in una situazione analoga a quella di Socrate quando attendeva la morte nella prigione e imparava a suonar la lira.... Almeno, avremo vissuto...

Lo spirito che soccombe sotto il peso della quantità ha l'efficacia come unico criterio supersite.

La vita è abbandonata alla dismisura. La dismisura invade tutto: azione e pensier, vita pubblica e privata. Da ciò la decadenza artistica. Non c'è più equilibrio, da nessuna parte. Il cattolicesimo reagisce parzialmente: le cerimonie cattoliche, almeno, sono rimaste intatte. Ma esse sono anche senza rapporto alcuno col resto dell'esistenza.

Il capitalismo ha realizzato l'affrancamento della collettività umana difronte alla natura. ma questa collettività ha assunto, in rapporto all'individuo, la successione della funzione oppressiva esercitata per l'innanzi dalla natura.

Ciò è vero anche materialmente. Il fuoco, l'acqua, ecc. Tutte queste cose della natura, la collettività se ne è impadronita.

Domanda: E' possibile trasferire all'individuo questo affrancamento conquistato dalla società?

*Simeno Weil, L'ombra e la grazia, Bompiani, Torino, 2002, con testo francese a fronte,pp.326,Euro10,00.

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