Legge 194: una moratoria
sull'obiezione di coscienza
su Carta quotidiano del 26 feb
Il 59 per cento dei ginecologi in Italia pratica
l’obiezione di coscienza, prevista dall’articolo 9 della
legge 194. L’estensione di questo fenomeno rappresenta
un serio ostacolo alla possibilità per tutte le donne
di interrompere [gratuitamente] una gravidanza. Carlo
Flamigni, noto ginecologo e membro del Comitato
nazionale di bioetica, ha lanciato l’idea di una moratoria
sull’obiezione di coscienza. La legge 194, secondo
Flamigni, non è intoccabile: bisognerebbe anzi modificarne
l’articolo 9. L’obiezione aveva senso quando è
stata varata la legge «Attualmente però – spiega il
ginecologo - chi sceglie una specializzazione o decide
di lavorare in un ospedale pubblico sa bene che cosa lo
aspetta, e se lo fa già sapendo di essere ben deciso a
ignorare i diritti di molte pazienti [..] utilizza una
norma che non era stata scritta per lui».
La proposta è semplice: i reparti di ginecologia non
dovrebbero assumere medici obiettori. Sulla stessa
lunghezza d’onda l’appello – che ha già raccolto 40
mila firme - rivolto da alcune donne [tra le prime
firmatarie Simona Argentieri, Natalia Aspesi, Adriana
Cavarero Margherita Hack Rossana Rossanda] a
Bertinotti e Veltroni perché prendano una posizione
chiara in difesa dell’autodeterminazione femminile.
Tra i provvedimenti proposti nell’appello, che sarà
pubblicato venerdì su Micromega insieme ad un articol
o di Flamigni , c’ è anche l ’el iminazione
dell’obiezione di coscienza. Questo argomento è stato
dibattuto anche durante i due giorni di confronto
organizzati dal «sommovimento femminista e lesbico».
l’obiezione di coscienza, prevista dall’articolo 9 della
legge 194. L’estensione di questo fenomeno rappresenta
un serio ostacolo alla possibilità per tutte le donne
di interrompere [gratuitamente] una gravidanza. Carlo
Flamigni, noto ginecologo e membro del Comitato
nazionale di bioetica, ha lanciato l’idea di una moratoria
sull’obiezione di coscienza. La legge 194, secondo
Flamigni, non è intoccabile: bisognerebbe anzi modificarne
l’articolo 9. L’obiezione aveva senso quando è
stata varata la legge «Attualmente però – spiega il
ginecologo - chi sceglie una specializzazione o decide
di lavorare in un ospedale pubblico sa bene che cosa lo
aspetta, e se lo fa già sapendo di essere ben deciso a
ignorare i diritti di molte pazienti [..] utilizza una
norma che non era stata scritta per lui».
La proposta è semplice: i reparti di ginecologia non
dovrebbero assumere medici obiettori. Sulla stessa
lunghezza d’onda l’appello – che ha già raccolto 40
mila firme - rivolto da alcune donne [tra le prime
firmatarie Simona Argentieri, Natalia Aspesi, Adriana
Cavarero Margherita Hack Rossana Rossanda] a
Bertinotti e Veltroni perché prendano una posizione
chiara in difesa dell’autodeterminazione femminile.
Tra i provvedimenti proposti nell’appello, che sarà
pubblicato venerdì su Micromega insieme ad un articol
o di Flamigni , c’ è anche l ’el iminazione
dell’obiezione di coscienza. Questo argomento è stato
dibattuto anche durante i due giorni di confronto
organizzati dal «sommovimento femminista e lesbico».
Le proposte formulate si possono leggere sul blog
http://flat.noblogs.
http://flat.noblogs.