Il welfare non è un lusso
Piattaforma programmatica
Le organizzazioni del terzo settore campano chiedono a Governo, Regione Campania e Comune di Napoli di rivalutare le politiche sociali attraverso: un più forte investimento di risorse e servizi per il sistema sociale; condizioni economiche più adeguate a garantire la qualità nei servizi e maggiori tutele per i lavoratori sociali e sociosanitari; una più puntuale ed efficace programmazione per il reale sviluppo di un sistema integrato di servizi e prestazioni sociali; continuità dei progetti per una presa in carico delle persone disagiate non limitata alle scadenze dei finanziamenti; certezza nei tempi e nelle modalità di pagamento.
In particolare, le organizzazioni chiedono:
Al Governo nazionale di: prevedere, anche alla luce delle maggiori entrate fiscali, un più forte investimento per il sistema dei servizi sociali del Meridione, correggendo le gravi sperequazioni presenti tra Nord e Sud del Paese e valorizzando il significato del lavoro sociale nei processi di sviluppo.
Alla Regione Campania di destinare più risorse ordinarie e quelle provenienti dai Fondi Strutturali e dal Fondo per le Aree Sottoutilizzate alla spesa sociale, per affrontare le situazioni più urgenti; innalzare ad almeno 120 euro la spesa sociale pro-capite annua; aggiornare le condizioni economiche delle convenzioni e delle gare d’appalto per l’affidamento dei servizi; adeguare le rette per le comunità di accoglienza; costruire un’anagrafe regionale sulla disabilità e istituire un organo preposto al monitoraggio dei bisogni dei disabili; di coinvolgere in maniera vera il terzo settore nella costruzione dei decreti attuativi della legge regionale 11/2007 sulla dignità sociale.
A tutti i comuni della Campania di: evitare qualsiasi taglio alla spesa sociale; in particolare al Comune di Napoli di approvare, in consiglio comunale, la modifica dell’articolo 28, comma 10 del regolamento, per inserire i servizi sociali tra quelli “indispensabili” (di cui all’elenco del decreto legislativo n. 504 del 1992), affinché non siano più sottoposti al meccanismo del cosiddetto cronologico, e sia garantita così una priorità nei pagamenti;