Traduzioni

17 febbraio 2008

il manifesto - 30 gennaio 2008

Controproposta politica
Lettera di Elisabetta Donini, Torino

L'intervento di Stefano Sarfati Nahmad, pubblicato sul manifesto del 19 gennaio, mi pare abbia messo in luce con grande chiarezza il carattere tutto politico della decisione per cui Israele sarà «ospite d'onore» alla Fiera del libro 2008. Politiche le iniziative di public relation con cui il Ministero degli esteri di quel paese - secondo una dichiarazione del suo capo settore per la letteratura Dan Orian - «vuole utilizzare (gli scrittori) per mostrare la faccia più attraente e sana del paese»; politico il significato che la stessa Fiera intende attribuire a quella presenza, se nel proprio sito ufficiale scrive che «In occasione della ricorrenza del 60° anniversario della sua fondazione Israele ha scelto Torino come la vetrina più adatta per far conoscere e discutere la propria identità culturale". Mi lascia perciò a dir poco sconcertata che Valentino Parlato, sul manifesto del 24 gennaio, ignori questa dimensione così esplicita, per dichiararsi «del tutto contrario al boicottaggio di questa fiera del libro», aggiungendo in parentesi che «il libro va rispettato». E la complessità della storia? Non va rispettata l'altra faccia del 60° anniversario del 1948? Nelle settimane scorse in diverse/i, singole/i e gruppi, specie qui a Torino, abbiamo provato a sollecitare anche noi a un cambiamento di rotta: l'impianto della Fiera del Libro 2008 non abbia al centro Israele come ospite d'onore per i 60 anni di quello stato, con qualche scrittrice o scrittore palestinese invitata/o a contorno, ma venga ristrutturato nei termini di una presenza alla pari. Non si tratta di boicottaggio, ma di una controproposta politica.

Archivio blog