"Ordinanza" ed "emergenza" sono parole che qui in Campania suscitano gesti scaramantici, automatici e ragionevoli, per quanto possa essere ragionevole la scaramanzia. Per una volta, tuttavia, queste due parole parlano di democrazia, ci appartengono. Dunque intrecciamo le dita perchè questa proposta si faccia. Questo blog di cantiere .... aderisce.
sv
Repubblica - Napoli, 6 giugno
Togliere i rifiuti e osservare la legge
di Antonio Risi e Marco Rossi-Doria
Le misure di governo possono aprire la strada a un piano regionale con un sistema elastico di impianti e discariche che in trenta mesi può portare la Campania fuori dalla crisi. Al contempo, come tutte le attività umane, anche le misure del governo sui rifiuti possono contenere cose che non si condividono o errori. E non è peccato dirlo: siamo in democrazia. Dibattere non equivale a essere poco propositivi o poco disponibili a dare soluzione alle cose. Alcune parti del piano presentato, per esempio, appaiono davvero problematiche in tema di diritto costituzionale. Molti lo hanno notato. E pensiamo che sia un errore parlare di “discarica per rifiuti tal quali”, categoria negata dalla normativa nazionale ed europea. Per essere coerente con le direttive europee e gli obiettivi di Kyoto, infatti, i rifiuti possono essere conferiti in discarica solo dopo essere stati vagliati, pretrattati e campionati e comunque la discarica deve prevedere un sistema di recupero del biogas o un impianto di stabilizzazione della frazione organica all´ingresso, soluzione - secondo tanti - preferibile.
Tuttavia, nel governo e anche presso le autorità locali, spesso si afferma, più o meno, che prima si risolve l´emergenza e poi si può pensare a Kyoto ma soprattutto che Napoli, con i suoi bassissimi livelli di raccolta differenziata, non può permettersi di avanzare sottili ragioni ecologiche per contrastare la discarica di Chiaiano e che “i rifiuti tal quali” meglio metterli in una discarica che tenerli per strada.
Ma è possibile essere propositivi e, al contempo, dare dei segnali che vanno finalmente nella direzione della legge e delle indicazioni europee in materia?
Noi pensiamo di sì. E pensiamo anche che i cittadini se lo attendono, che lo reclamano quasi. E che si può subito aprire un forte fronte di impegno civile. Proprio contro l´idea di “rifiuti tal quali”. Infatti i diffusi sentimenti di esasperazione, ipersensibilizzazione e frustrazione che si vivono nella nostra città sono tali che se venisse emanata un´ordinanza che proibisse dal primo luglio, su tutto il territorio comunale, il conferimento di rifiuti indifferenziati e imponesse che tutti i rifiuti fossero conferiti separatamente e solo nei sacchi e nei contenitori forniti dal Comune stesso, il risultato potrebbe essere piacevolmente sorprendente. Non pensiamo, evidentemente, che in un mese a Napoli si possa organizzare la raccolta differenziata vera e propria, quella “porta a porta” che il Consiglio comunale ha pur deciso di sperimentare in alcune aree campione e che deve continuare. Proponiamo un passo più deciso in tale direzione. E che a partire dal primo luglio, per rispondere all´emergenza, tutti i cittadini debbano obbligatoriamente conferire i loro rifiuti organizzandoli in casa in tre sacchi forniti dal Comune: uno piccolo (verde) dove mettere il materiale organico, ovvero quello che puzza, marcisce e non si può tenere a lungo in casa; uno, che può essere anche una scatola (bianca con croce rossa) dove conservare i rifiuti pericolosi (pile, medicinali, acidi, solventi, vernici) e uno grande, traslucido (rosso) dove mettere il resto (imballaggi, carta, cartone, lattine).
Ovviamente questo non entrerebbe in contrasto con tutte le iniziative volontarie attivate o da attivare (campane per il vetro e per le plastiche, raccolta di cartoni e imballaggi commerciali, raccolta porta a porta in quartieri pilota, isole ecologiche, convenzioni con le scuole o con le parrocchie). Ma si tratterebbe di un´azione di emergenza, di salute e decoro pubblico ben più larga, in vista dell´estate, una vera e propria “raccolta differenziata emergenziale”.
Quali i vantaggi? Partiamo dal vantaggio minimo. I cittadini napoletani rispondono bene all´ordinanza, ma il sistema di raccolta e smaltimento non è ancora in grado di svuotare le strade. I pochi turisti e le molte televisioni potranno almeno vedere, invece degli immondi cumuli di rifiuti indifferenziati e disordinati, cumuli di sacchetti tricolori, un´immagine, dato che ci si tiene tanto, che manifesterebbe ancora tanta inefficienza ma anche un commovente segnale di avvio di qualcosa di civico.
Ma passiamo ai vantaggi più seri. Con un´operazione del genere la probabilità che il sistema di raccolta e smaltimento collassi comunque si riducono. Spedire i sacchi rossi in Germania o anche in impianti più vicini sarà più facile e più economico. I sacchi verdi saranno trattati con maggiore efficacia e senza produrre ecoballe dagli impianti ex Cdr giustamente dedicati da Bertolaso alla stabilizzazione della frazione organica. I rifiuti pericolosi sono quantitativamente limitati e comunque il loro conferimento differenziato ne favorisce il corretto smaltimento.
Con questa azione potremo convincere il governo che a Chiaiano si fa prima a costruire e mettere in funzione un impianto per il trattamento della frazione organica che a condizionare la cava e allestire una discarica, e comunque che le due azioni non sono per forza in contraddizione, anzi, se necessario, potrebbero entrare in sinergia e sventare almeno il pericolo di una discarica per “rifiuti tal quali”.
Se Napoli compirà questo piccolo miracolo sarà forse più facile anche trovare un accordo con le altre località individuate per realizzare presto un sistema di discariche di standard europeo, localizzate con criteri razionali in aree a bassa densità abitativa e buone condizioni idrogeologiche. E l´irrazionalità geologica e urbanistica della discarica di Chiaiano, a queste condizioni, forse è ancora evitabile.
Forse ci saranno zone della città che non rispetteranno l´ordinanza, o forse no, ma, se daremo già queste istruzioni semplici e comprensibili, la stragrande maggioranza dei cittadini napoletani sarà felice di partecipare a una azione di riscatto civile. Perché non ne possiamo più della puzza e dei roghi, perché tutti temiamo l´estate e perché vorremmo in tanti potere avere la possibilità di un´attivizzazione concreta, fatta con strumenti semplici, operativi che, a oggi, non abbiamo avuto.
Togliere i rifiuti e osservare la legge
di Antonio Risi e Marco Rossi-Doria
Le misure di governo possono aprire la strada a un piano regionale con un sistema elastico di impianti e discariche che in trenta mesi può portare la Campania fuori dalla crisi. Al contempo, come tutte le attività umane, anche le misure del governo sui rifiuti possono contenere cose che non si condividono o errori. E non è peccato dirlo: siamo in democrazia. Dibattere non equivale a essere poco propositivi o poco disponibili a dare soluzione alle cose. Alcune parti del piano presentato, per esempio, appaiono davvero problematiche in tema di diritto costituzionale. Molti lo hanno notato. E pensiamo che sia un errore parlare di “discarica per rifiuti tal quali”, categoria negata dalla normativa nazionale ed europea. Per essere coerente con le direttive europee e gli obiettivi di Kyoto, infatti, i rifiuti possono essere conferiti in discarica solo dopo essere stati vagliati, pretrattati e campionati e comunque la discarica deve prevedere un sistema di recupero del biogas o un impianto di stabilizzazione della frazione organica all´ingresso, soluzione - secondo tanti - preferibile.
Tuttavia, nel governo e anche presso le autorità locali, spesso si afferma, più o meno, che prima si risolve l´emergenza e poi si può pensare a Kyoto ma soprattutto che Napoli, con i suoi bassissimi livelli di raccolta differenziata, non può permettersi di avanzare sottili ragioni ecologiche per contrastare la discarica di Chiaiano e che “i rifiuti tal quali” meglio metterli in una discarica che tenerli per strada.
Ma è possibile essere propositivi e, al contempo, dare dei segnali che vanno finalmente nella direzione della legge e delle indicazioni europee in materia?
Noi pensiamo di sì. E pensiamo anche che i cittadini se lo attendono, che lo reclamano quasi. E che si può subito aprire un forte fronte di impegno civile. Proprio contro l´idea di “rifiuti tal quali”. Infatti i diffusi sentimenti di esasperazione, ipersensibilizzazione e frustrazione che si vivono nella nostra città sono tali che se venisse emanata un´ordinanza che proibisse dal primo luglio, su tutto il territorio comunale, il conferimento di rifiuti indifferenziati e imponesse che tutti i rifiuti fossero conferiti separatamente e solo nei sacchi e nei contenitori forniti dal Comune stesso, il risultato potrebbe essere piacevolmente sorprendente. Non pensiamo, evidentemente, che in un mese a Napoli si possa organizzare la raccolta differenziata vera e propria, quella “porta a porta” che il Consiglio comunale ha pur deciso di sperimentare in alcune aree campione e che deve continuare. Proponiamo un passo più deciso in tale direzione. E che a partire dal primo luglio, per rispondere all´emergenza, tutti i cittadini debbano obbligatoriamente conferire i loro rifiuti organizzandoli in casa in tre sacchi forniti dal Comune: uno piccolo (verde) dove mettere il materiale organico, ovvero quello che puzza, marcisce e non si può tenere a lungo in casa; uno, che può essere anche una scatola (bianca con croce rossa) dove conservare i rifiuti pericolosi (pile, medicinali, acidi, solventi, vernici) e uno grande, traslucido (rosso) dove mettere il resto (imballaggi, carta, cartone, lattine).
Ovviamente questo non entrerebbe in contrasto con tutte le iniziative volontarie attivate o da attivare (campane per il vetro e per le plastiche, raccolta di cartoni e imballaggi commerciali, raccolta porta a porta in quartieri pilota, isole ecologiche, convenzioni con le scuole o con le parrocchie). Ma si tratterebbe di un´azione di emergenza, di salute e decoro pubblico ben più larga, in vista dell´estate, una vera e propria “raccolta differenziata emergenziale”.
Quali i vantaggi? Partiamo dal vantaggio minimo. I cittadini napoletani rispondono bene all´ordinanza, ma il sistema di raccolta e smaltimento non è ancora in grado di svuotare le strade. I pochi turisti e le molte televisioni potranno almeno vedere, invece degli immondi cumuli di rifiuti indifferenziati e disordinati, cumuli di sacchetti tricolori, un´immagine, dato che ci si tiene tanto, che manifesterebbe ancora tanta inefficienza ma anche un commovente segnale di avvio di qualcosa di civico.
Ma passiamo ai vantaggi più seri. Con un´operazione del genere la probabilità che il sistema di raccolta e smaltimento collassi comunque si riducono. Spedire i sacchi rossi in Germania o anche in impianti più vicini sarà più facile e più economico. I sacchi verdi saranno trattati con maggiore efficacia e senza produrre ecoballe dagli impianti ex Cdr giustamente dedicati da Bertolaso alla stabilizzazione della frazione organica. I rifiuti pericolosi sono quantitativamente limitati e comunque il loro conferimento differenziato ne favorisce il corretto smaltimento.
Con questa azione potremo convincere il governo che a Chiaiano si fa prima a costruire e mettere in funzione un impianto per il trattamento della frazione organica che a condizionare la cava e allestire una discarica, e comunque che le due azioni non sono per forza in contraddizione, anzi, se necessario, potrebbero entrare in sinergia e sventare almeno il pericolo di una discarica per “rifiuti tal quali”.
Se Napoli compirà questo piccolo miracolo sarà forse più facile anche trovare un accordo con le altre località individuate per realizzare presto un sistema di discariche di standard europeo, localizzate con criteri razionali in aree a bassa densità abitativa e buone condizioni idrogeologiche. E l´irrazionalità geologica e urbanistica della discarica di Chiaiano, a queste condizioni, forse è ancora evitabile.
Forse ci saranno zone della città che non rispetteranno l´ordinanza, o forse no, ma, se daremo già queste istruzioni semplici e comprensibili, la stragrande maggioranza dei cittadini napoletani sarà felice di partecipare a una azione di riscatto civile. Perché non ne possiamo più della puzza e dei roghi, perché tutti temiamo l´estate e perché vorremmo in tanti potere avere la possibilità di un´attivizzazione concreta, fatta con strumenti semplici, operativi che, a oggi, non abbiamo avuto.