Napoli
Ha ragione Luisa Cavaliere. Di fronte a quanto è accaduto a San Nicola Varco, la reazione peggiore sarebbe rimuovere l’intera vicenda dal dibattito pubblico, cancellando i sensi di colpa e liberando le coscienze nell’oblio di una tragedia «biblica». Centinaia di immigrati, forse addirittura mille, sono stati dispersi dalle forze dell’ordine, strappati a un alloggio di fortuna per molti versi disumano e abbandonati a un destino che certo più umano non è. Tuttavia, nascondersi dietro una generica indignazione può servire a ben poco. E poiché questa vicenda di San Nicola Varco a me pare una straordinaria fiera dell’ipocrisia, cercherò di essere molto chiaro.
Abbiamo avuto un ministro, Maroni, che si è congratulato con le forze dell’ordine per essere intervenute. Dire che abbia gioito è forse esagerato. Ma le stesse forze dell’ordine si sono ben guardate dall’applicare lo spirito della legge sull’immigrazione clandestina, perché se l’avessero applicata alla lettera avrebbero dovuto non disperdere, bensì arrestare tutti quegli immigrati. Si è preferito rimuovere lo spettacolo, ben sapendo che sarà messo in scena presto e da qualche altra parte. D’altro canto, le forze di sinistra, che ora gridano allo scandalo, non hanno fatto nulla per evitarlo. Anzi, addirittura lo hanno provocato, se è vero che un consigliere regionale dell’Italia dei Valori, Francesco Manzi, si è recentemente congratulato con l’assessore Gianfranco Nappi, bassoliniano di antica fede, per aver sollecitato lo sgombero di quell’area, così da poter rendere realizzabile il nuovo Polo agroalimentare lì allocato.
E allora, cara Luisa Cavaliere, perché concentrare buona parte dell’indignazione sul governo «accattone, violento e ignorante»? Sia chiaro: non sto accusando Nappi, sto dicendo soltanto che non si può da un lato peccare di pragmatismo (il Polo agrialimentare) e dall’altro proclamarsi innocenti (in nome dei diritti degli immigrati). Ipocrisia a parte, dunque, ad aver fallito, io credo, non è tanto il governo centrale di centrodestra, bensì il governo regionale di centrosinistra. Il primo, infatti, si è assunto davanti agli elettori la responsabilità di una legge contro l’immigrazione clandestina che a molti è apparsa odiosa e incivile, e dunque ha messo nel conto l’impopolarità. Il secondo, viceversa, ha provato a cavalcare l’onda della «correttezza politica», ma è naufragato di fronte alla possibilità di trovare soluzioni alternative. Per mesi e mesi questo governo regionale non è riuscito a dimostrare che era possibile imboccare una via «progressista e di sinistra» a rispetto della dignità umana. Tutti sono rimasti a guardare. E se qualcuno ha gioito, è semmai l’Italia dei Valori di Di Pietro e De Magistris. Gli altri partiti antiberlusconiani e le forze sindacali non hanno brillato per coerenza e mobilitazione civile.
Marco De Marco
Corriere del Mezzogiorno
17/11/2009
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