Traduzioni

18 novembre 2009

quel tipo di risposte in cui il fatto scompare.....

Napoli
Ha ragione Luisa Cavaliere. Di fronte a quanto è accaduto a San Nicola Varco, la reazione peggio­re sarebbe rimuovere l’intera vicenda dal dibatti­to pubblico, cancellando i sensi di colpa e liberando le coscienze nell’oblio di una tragedia «biblica». Centinaia di immigrati, forse addirittura mille, sono stati dispersi dalle forze dell’ordine, strappati a un alloggio di fortuna per molti versi disumano e abbandonati a un destino che certo più umano non è. Tuttavia, nascondersi dietro una generica indignazione può servire a ben poco. E poi­ché questa vicenda di San Nicola Varco a me pare una straordinaria fiera dell’ipocrisia, cercherò di essere mol­to chiaro.

Abbiamo avuto un ministro, Maroni, che si è congra­tulato con le forze dell’ordine per essere intervenute. Di­re che abbia gioito è forse esagerato. Ma le stesse forze dell’ordine si sono ben guardate dall’applicare lo spirito della legge sull’immigrazione clandestina, perché se l’avessero applicata alla lettera avrebbero dovuto non di­sperdere, bensì arrestare tutti quegli immigrati. Si è pre­ferito rimuovere lo spettacolo, ben sapendo che sarà messo in scena presto e da qualche altra parte. D’altro canto, le forze di sinistra, che ora gridano allo scandalo, non hanno fatto nulla per evitarlo. Anzi, addirittura lo hanno provocato, se è vero che un consigliere regionale dell’Italia dei Valori, Francesco Manzi, si è recentemente congratulato con l’assessore Gianfranco Nappi, bassoli­niano di antica fede, per aver sollecitato lo sgombero di quell’area, così da poter rendere realizzabile il nuovo Po­lo agroalimentare lì allocato.

E allora, cara Luisa Cavaliere, perché concentrare buo­na parte dell’indignazione sul governo «accattone, vio­lento e ignorante»? Sia chiaro: non sto accusando Nappi, sto dicendo soltanto che non si può da un lato peccare di pragmatismo (il Polo agrialimentare) e dall’altro pro­clamarsi innocenti (in nome dei diritti degli immigrati). Ipocrisia a parte, dunque, ad aver fallito, io credo, non è tanto il governo centrale di centrodestra, bensì il gover­no regionale di centrosinistra. Il primo, infatti, si è as­sunto davanti agli elettori la responsabilità di una legge contro l’immigrazione clandestina che a molti è apparsa odiosa e incivile, e dunque ha messo nel conto l’impopo­larità. Il secondo, viceversa, ha provato a cavalcare l’on­da della «correttezza politica», ma è naufragato di fronte alla possibilità di trovare soluzioni alternative. Per mesi e mesi questo governo regionale non è riuscito a dimo­strare che era possibile imboccare una via «progressista e di sinistra» a rispetto della dignità umana. Tutti sono rimasti a guardare. E se qualcuno ha gioito, è semmai l’Italia dei Valori di Di Pietro e De Magistris. Gli altri par­titi antiberlusconiani e le forze sindacali non hanno bril­lato per coerenza e mobilitazione civile.
Marco De Marco
Corriere del Mezzogiorno
17/11/2009