Seminario Val di Susa - Chianocco Casa Forte
Conclusioni
Dalla lunga e approfondita discussione emergono come elementi di
condivisione i seguenti punti:
a) si concorda che una delle priorità, un passaggio indispensabile dato il
contesto è quello di studiare forme e modalità che consentano alle diverse
esperienze di rafforzare il coordinamento, la capacità di lavorare insieme, la
proposta di inziative comuni e condivise.
Insomma la necessità di alleanze (o sinergie o altra definizione) che per
funzionare devono:
- essere sagge, cioè capaci di essere convinte ma caute;
- promuoversi dal basso, dai livelli locali/regionali, per poi trovare le
forme per connettere nodi a livelli più allargati;
- essere "calde", cioè basate non solo sui tecnicismi ma anche sugli affetti
e sulle relazioni;
- essere accoglienti, allargabili e per questo in continuità capaci di
rivedere e aggiornare le forme e i linguaggi dello stare insieme;
- essere autonome, devono rivendicare un'autonomia critica dalla "politica"
dei partiti, non qualunquisticamente apolitiche, ma capaci di evitare
collateralismi e collusioni;
- essere fondate su strutture leggere ma funzionanti, rispettose delle
autonomie di ogni soggetto coinvolto;
- essere in grado di rispondere alle aspettative ("essere all'altezza della
situazione"...diceva qualcuno)
- essere rigorose negli indirizzi e nelle finalità, ma non presuntuose
nell'arrogarsi il diritto di dare patenti di cattivo o buono.
Infine alleanze o sinergie o altro che prevedano di investire anche sulla
loro "manutenzione"
b) Tutti concordano sull'utilità di promuovere un "laboratorio delle idee"
che da un lato sia di servizio (per i comitati, le comunità resistenti, le
forme di autorganizzazione dal basso...), insieme ad esprimere una "corrente di
pensiero", un "punto di vista competente", ma d'altra parte, come chiedeva
Pezzella, ci aiuti a realizzare "un'elaborazione culturale in avanti", ad
esempio sui temi della crisi della democrazia, sui processi che la configurano
come "autoritaria" e "dispotica". Su come le sedi delle decisioni siano state
svuotate di senso e significato, di come si sia avviato un processo di
"spettacolarizzazione delle democrazia".
c) Tutti condividono l'idea che la "comunità" - il "locale" - sia l'unico
contesto possibile per rinnovare e innovare le forme della politica, perchè
stare nel locale consente di avere uno sguardo più attento e critico, capace di
guardare, di "annusare da dendtro, le dinamiche, i presupposti, le criticità,
le contraddizioni e le corruzioni. Perchè la comunità favorisce le
"convergenze", perchè se si è più vicini si riducono le diffidenze, perchè il
locale consente di stare più sulle "cose" che sulla teoria. Perchè la comunità
valorizza ilo ruolo di cittadino, che è una forma per ostacolare i processi che
trasformano le persone in entità non riconosciute.
d) Vanno trovati i nodi che consentono di trovare gli intrecci, i
perchè della necessità del nostro stare insieme.
e) Occorre individuare e "mettere in luce" i sovra-obiettivi che già oggi
legano le nostre diverse esperienze, e alcuni possono essere:
- il progressivo attacco e smantellamento dei fattori protettivi (la scuola,
la salute, le tutele del lavoro, ecc.);
- porre un'attenzione particolare nel connettere la questione economica con
quella sociale;
- aprire una "battaglia culturale", esterna e interna alla nostra sfera
personale, sugli stili di vita;
- il tema della legalità inteso nella sua eccezione più ampia, dell'etica e
della lotta alla corruzione;
- i beni comuni
f) si propone di promuovere, nel 2009, un'iniziativa nazionale (fatta di più
momenti, locali e nazionali, di dibattito e proposta culturale) sui temi dei
"MURI", economici, politici, materiali e immateriali, che sempre più
frammentano, disgregano, dividono, le nostre società.
g) si propongono due gruppi di lavoro
gruppo 1 - delegato a scrivere una "bozza martire", sul senso e la mission
delle nostre possibili alleanze (dichiarazione di intenti, "dichiarazione di
indipendenza", "patto della Casa Forte"), che poi possa girare, essere
emendata, arricchita, modificata in uno scambio/confronto con tutti e tutte le
interessate. I due testi da cui partire, come base di ragionamento possono
essere il testo su "l'altra politica" proposto da Carta/cantieri sociali e "la
politica che vogliamo", proposto dalla rete Agire politico. Primi indicati a
far parte del gruppo sono Anna Pizzo, Leopoldo Grosso, Pezzella, Beppe Sergi.
gruppo 2 - sui processi di alleanza, sinergia o altro, sulle forme e le
modalità, sul metodo, sulla manutenzione del nostro stare insieme. Primi
indicati di far parte del gruppo Andrea Morniroli, Alex Zanotelli, Ezio Bertoc
Infine si decide di formare una mailing list tra tutti i partecipanti e fra
tutte le partecipanti al seminario, come primo luogo comune e personale, di
confronto, approfondimento, cura e attenzione al processo di relazione e
iniziativa condivisa che si è avviato, pur a partire da rapporti precedenti,
con il seminario del 1 novembre
Andrea Morniroli
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4 novembre 2008
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