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9 settembre 2008

TESTIMONE DI PACE 2008


L'11 settembre Napoli protagonista


di Edoardo Schettino




Il 18 luglio scorso la Biblioteca del “Centro Hurtado” ha organizzato la “Maratona della Lettura” in cui ognuno ha avuto la possibilità di leggere in pubblico una pagina di un libro che ritiene particolarmente significativo. L’idea è che la condivisione della cultura possa fornire un terreno comune e che, in fondo, da quest’ultima possa venire l’unica vera ribellione alla povertà e alla criminalità che a Scampia prolifera sul racket e sulla gestione del lavoro nero. Il fondatore del centro, il gesuita Padre Fabrizio Valletti, il prossimo 11 settembre a Ovada, in una serata al Teatro Comunale della piccola cittadina fra Piemonte e Liguria, riceverà il premio “Testimone di Pace”. “Siamo in emergenza – ripete Valletti – ma Napoli non è solo criminalità e degrado”. All’interno del Centro intitolato ad Alberto Hurtado, il religioso cileno che impegnò la sua vita per il riscatto delle fasce povere del suo popolo la Cooperativa Aquas gestisce una biblioteca di 3.500 titoli tra libri per i più piccini, romanzi, volumi di storia, filosofia e psicologia. La sartoria “La Roccia”, il laboratorio di informatica multimediale offrono ai giovani che ruotano nel quartiere una prospettiva concreta di farsi strada in modo normale in un mondo del lavoro che da sé racchiude tutti i mali di Scampia e del Meridione. L’ultima novità è “Fuga di notizie”, un periodico realizzato interamente dagli abitanti del quartiere. “Il problema è culturale: – spiega ancora Padre Valletti - non è difficile accorgersi di come la mentalità camorrista sia, se non accettata, in larga parte familiare a molti ragazzi della zona”.

Organizzato dal Comune di Ovada, dal Centro Pace Rachel Corrie, da Articolo 21 e dalla trasmissione radiofonica Fahrenheit (RAI Radio Tre), con il sostegno di Provincia di Alessandria, Regione Piemonte e Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria e l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, il Premio Testimone di Pace (www.testimonedipace.org) viene conferito l’11 settembre di ogni anno a personalità che si siano particolarmente distinte nell’ambito della pace e della nonviolenza. “La figura di Padre Valletti – spiega Sabrina Caneva, Assessore alla Pace del Comune di Ovada, dando il senso della serata – ci permette di allargare il concetto di pace: testimone di pace non è solo chi lotta contro la guerra ma coloro i quali per riaffermare i valori della convivenza civile, contro il degrado della morale e della politica”. Per questo motivo il riconoscimento nella sezione “Informazione” è andato a Rosaria Capacchione, la giornalista de “Il Mattino” di Napoli per il suo giornalismo d’inchiesta che non scende a compromessi con le radici della criminalità e le collusione che hanno permesso al clan dei “casalesi” di estendere il loro potere nel casertano. “Nel ’91 – si legge in un’intervista pubblicata su questo sito - Mixer fece un servizio su un autotrasportatore Tamburrino che venne ricoverato in ospedale perché intossicato dalla radioattività, infatti scoprimmo che trasportava bidoni radioattivi, facemmo insieme ai colleghi un percorso a ritroso e scoprimmo che doveva scaricare tra Napoli Caserta tali bidoni radioattivi”. Qualche mese fa, nel corso di un’udienza del Processo “Spartacus”, tramite il suo avvocato, il boss latitante Antonio Iovine lanciò precise minacce di morte a lei, allo scrittore Roberto Saviano e al PM Cantone; non è la prima volta per la Capacchione. Nel 1992 si scoprì un piano preparato per la sua uccisione. “Io non morirò quando mi uccideranno i camorristi, ma se smetterò di avere la curiosità nel mestiere. E la voglia di scoprire la verità”. L’11 settembre verrà inoltre premiato il gruppo di studenti dell’Istituto tecnico per geometri “P.L. Nervi” di Alessandria, che con il bel reportage dalla Bosnia si è aggiudicato il riconoscimento per la sezione Scuola.

Per il secondo anno consecutivo gli organizzatori del Premio ha poi deciso di conferire il premio speciale “Rachel Corrie”, istituito alla memoria della pacifista uccisa nel tentativo di impedire ad un bulldozer dell'esercito israeliano di distruggere alcune case palestinesi. Il riconoscimento andrà a Najo Adzovic, uno dei portavoce dei campo “Casilino 900” di Roma. Al suo interno, con la collaborazione del Dipartimento di Urbanistica dell’Università di Roma e l’Associazione Stalker, è stato avviato il primo progetto di autocostruzione di una casa in legno di 70 metri quadrati su due piani: “Savorengo Ker” (in lingua Romanès “la casa di tutti”) è un tentativo di migliorare la vita all’interno di uno dei campi rom più vecchi della capitale, utilizzato negli anni ’70 dagli immigrati napoletani in cerca di lavoro. “Questo è il terzo mondo in una capitale del mondo”, spiega Adzovic, fuggito verso il nostro Paese all’inizio del conflitto nella ex jugoslavia, sul capo un’accusa di diserzione per essersi rifiutato di uccidere a tradimento quindi suoi commilitoni mussulmani. “Agli occhi di molti italiani noi non siamo gente normale – continua riflettendo sul clima creatosi in Italia negli ultimi mesi - Già da anni siamo marginalizzati, nascosti”. Alla serata di premiazione, coordinata da Marino Sinibaldi, interverranno il Procuratore Capo Giancarlo Caselli, lo scrittore e giornalista Maurizio Braucci, sceneggiatore di “Gomorra” attento osservatore della realtà napoletana e lo storico ed editorialista de La Stampa Giovanni de Luna. Il progetto Savorengo Ker sarà illustrato da Francesco Careri, architetto che nel suo curriculum annovera diversi esperimenti di progettazione partecipata e che attualmente si sta occupando del progetto Immaginare Corviale e Ricordando Samudaripan per la giornata della memoria della shoa nomade.



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