di Giovanni Laino
La Repubblica - Napoli, 8 agosto 2008
La ripresa dell’anno sociale a Montecalvario è avvilente. E’ emblematica le difficoltà che vivono tante mamme. La Scuola Pasquale Scura, nell’omonima strada, è diventata un centro di permanenza “temporanea” di senza tetto. I referenti del Comune annunciano un soggiorno lungo delle famiglie sfollate a Luglio. Agli occhi dei cittadini di Montecalvario, queste scelte del Comune danno ragione a chi a Luglio si è reso protagonista di azioni intolleranti e incivili, opponendosi alla sistemazione temporanea nella scuola Scura degli immigrati sfrattati per lo stesso incidente di Pianura.
E’ vero che per una crisi strisciante, che si trascina da anni, alla Scura le iscrizioni sono in progressivo calo e saranno necessarie solo tre o quattro aule per l’attività normale. Ma lì si realizzano altre attività (centro EDA, alfabetizzazione per gli adulti e servizi realizzati da associazioni non profit). Usare la sede come centro di permanenza di sfollati non è una soluzione ne plausibile ne civile. Si prevedono doppi turni nel plesso Paisiello per tutte le elementari e per le altre attività. Una bella risposta alle accuse del Ministro Gemini sulla bassa qualità degli esiti delle scuole del Sud !
Quale esperto della protezione civile o della ASL ritiene lecito l’uso prolungato della struttura, con attività di mensa giornaliera, l’uso di bagni scolastici senza docce, lavabi o vasche utili per l’igiene personale, per famiglie che devono abitarci ? Questa scelta nega l’uso della sede per necessità vitali nel quartiere. L’Associazione Quartieri Spagnoli realizza da anni un progetto pomeridiano che accoglie cinquanta ragazzini delle elementari, soprattutto immigrati, alunni dello stesso istituto. Oltre ad un’azione educativa di qualità, il progetto consente a cinquanta mamme di lavorare anche nel pomeriggio, affidando i figli in attività educative, con cui recuperano lacune nella formazione. Nonostante gli accordi fra Associazione, Municipalità e Scuola, senza la disponibilità delle aule, il servizio, che prevede anche l’offerta del pasto, sarà eliminato.
Ma le altre quaranta mamme coinvolte da nove anni nella stessa zona nel progetto Nidi di Mamme non stanno meglio. Con il nuovo finanziamento lavorano da Febbraio ma, anche se da Aprile il Comune ha incassato i soldi dalla Regione, i pagamenti non arrivano. Ai responsabili dell’Associazione gli amministratori dicono che si tratta di una procedura finanziaria lecita ma le mamme hanno solo compreso che con i soldi del loro lavoro il Comune ha pagato altre spese. D’altra parte è evidente che la spesa sociale e l’accuratezza nella risposta ai problemi non sono priorità di questa Amministrazione.
Per tutte le municipalità è stata bandita la gara per il progetto dei tutor per le famiglie che necessitano di una sorta di adozione sociale. Si tratta di un’idea interessante, promossa da anni dai pediatri della ASL: individuando le mamme più a rischio, interventi preventivi di sostegno e attivazione determineranno un abbassamento dei fattori di esclusione, con una riduzione in prospettiva dei costi sociali. La Regione ha approvato i finanziamenti annuali ma, leggendo bene il bando comunale si tratta di garantire l’opera di un gruppo di educatori avendo per la copertura di tutte le spese (assicurazioni, spese fisse, il costo lordo del lavoro) 11,15 Euro ad ora. Queste altre mamme, protagoniste di destini sociali a rischio, quindi saranno seguite da operatrici precarie (cui si sconsigli di diventare madri), con una paga oraria netta al più di 6 o 7 euro all’ora, per quindici ore settimanali. In pratica si riafferma da parte del Comune la richiesta, implicita, agli enti non profit, di cofinanziare le azioni, realizzando azioni molto ambiziose con risorse inadeguate perché mal gestite.
E’ indispensabile essere positivi e propositivi, tener conto delle difficoltà dei responsabili del governo locale, farsi carico della difficile situazione napoletana. La reiterata assenza di cura, la riproposizione di soluzioni tampone, emergenziali, praticamente incivili, la tendenza a far pagare sempre ai più deboli il peso delle difficoltà, è insopportabile anche per chi vuole tenere bassi i toni e i nervi saldi. Riemerge il suggerimento che per ottenere il rispetto di diritti bisogna gridare e imporre in modo anche violento le proprie ragioni. Bisogna sperare che le madri prendano coscienza: ci troviamo dentro a un complicato intrigo di donne, vicoli e…… mal governo.