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4 ottobre 2008

A poposito del piano sicurezza

Dinanzi all’allarme e al disagio che diversi cittadini manifestano nei confronti del fenomeno prostituzione non ci sono scorciatoie: occorre tenere insieme la tutela dei diritti delle vittime da sfruttamento sessuale, il sostegno all’inclusione sociale per chi si prostituisce e vorrebbe un’ alternativa, il contrasto delle organizzazioni criminali, le esigenze di sicurezza che – per essere tale – non può essere altro che “sicurezza sociale” e, dunque, riguardare tutti.
Ed è su questa scia che da anni si muove il Comune di Napoli, promuovendo e partecipando attivamente a progetti che, attraverso attività informative, di tutela ed educazione sanitaria, di supporto alle vittime della tratta, di percorsi di reinclusione socio-lavorativa, cercano di sostenere i diritti delle persone che stanno o sono costrette a stare in strada.
Un lavoro che in questi anni ha permesso a più di 100 vittime di sfruttamento sessuale di fuggire dai propri aguzzini. Ha indotto 63 donne e uomini a denunciare i loro sfruttatori facendo partire dalla nostra città alcune delle più vaste operazioni di repressione delle organizzazioni criminali che gestiscono il traffico di esseri umani. Ha portato più di 400 donne e uomini migranti coinvolti nei circuiti prostituzionali a rivolgersi autonomamente al servizio sanitario nazionale, sottraendo così risorse al mercato clandestino della salute (per altro spesso in mano a settori legati alla camorra). Ha consentito a 30 persone prostitute di abbandonare la strada favorendo il loro inserimento lavorativo. Ha convinto, infine, decine di persone prostitute, spesso giovani e giovanissime, ad adottare in modo stabile e continuativo comportamenti di tutela della propria salute a partire dal rifiuto ad avere rapporti non protetti. Una richiesta, quella di fare sesso non protetto, che arriva da una percentuale altissima di clienti che, nella stragrande maggioranza dei casi, sono persone coniugate o che hanno relazioni di coppia stabili: tutelando, quindi, la salute delle persone in strada si tutela anche la salute delle mogli e delle fidanzate.
Risultati importanti che, nei fatti e senza fare demagogia, hanno costruito sicurezza diffusa, garantito supporto a donne, uomini e persone transessuali che di notte abitano la strada.
Per queste ragioni c’è stata una reazione di stupore e contrarietà nell’apprendere che anche il Comune di Napoli, in materia di sicurezza, come anticipato dall’assessore Scotti e dal sindaco Iervolino, intende cedere a tentazioni sicuritarie, prevedendo - tra l’altro - multe alle prostitute e ai loro clienti invece di rivendicare i risultati positivi ottenuti e di proporre il potenziamento degli interventi fin qui realizzati.
Nascondere la prostituzione, perché di questo si tratta, non significa rendere più sicura la città, ma al contrario nei luoghi chiusi i rapporti saranno più pericolosi: gli operatori non potranno raggiungere le donne e gli uomini prostituti e prostituiti per offrire loro aiuto; le donne vittime di tratta, soprattutto le più giovani e le minori, saranno alla completa mercé dei loro sfruttatori; si spingeranno le categorie più deboli tra le sex worker, come ad esempio le donne nigeriane, nelle braccia di nuovi sfruttatori, che lucreranno sull’affitto degli appartamenti.
Le politiche di sicurezza devono certamente prevedere interventi di prevenzione e di contrasto alla violenza e ad ogni forma di crimine, ma soprattutto devono prevedere misure concrete per il lavoro, il rafforzamento e la stabilizzazione del sistema di welfare, la realizzazione di nuovi spazi pubblici, l’attivazione di progetti di accoglienza, di mediazione sociale e dei conflitti.
Assecondare, invece, gli umori peggiori e cattivi che vanno diffondendosi nel Paese, forse consente di raggranellare qualche voto in più, ma fa perdere gran parte del senso essenziale dell’agire amministrativo: risolvere i problemi.
Quando l’ipocrisia diventa il paradigma della narrazione sociale e la violenza un elemento di regolazione delle relazioni umane, e quando le paure collettive corrono il rischio di innescare spinte corporative e processi di annullamento dell’identità dei differenti, il compito di una amministrazione cittadina - a maggior ragione di una di centrosinistra con la storia e la tradizione di Napoli - dovrebbe essere quello di costruire un’idea solidale e accogliente di città. E per un motivo molto semplice: solo così può essere in grado di garantire più sicurezza.

Andrea Morniroli
Sergio D’Angelo
Loredana Rossi