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22 dicembre 2008

Nidi di mamme

Un regalo del Sindaco: richiudono i nidi di mamme
Giovanni Laino

Il 19 Dicembre sarà l’ultimo giorno delle otto sezioni dei Nidi di Mamme che il Comune realizza ormai da nove anni a Montecalvario e da sette anni a San Giovanni e Barra. A gennaio questi nidi non riapriranno e ci vorranno mesi per ripartire, ammesso che non vi saranno altre sorprese. Restano a casa 170 bambini che erano anche beneficiari di un sofisticato protocollo di prevenzione sociale, 50 mamme coadiuvanti che percepivano così un sostegno al reddito fornendo un servizio di utilità pubblica, oltre a tre coordinatrici, 16 educatrici, sei operatori sociali, quattro psicologhe e due esperte di supervisione. Il tutto con un costo medio di 150 euro settimanali per bambino, l’uso gratuito di aule di quattro scuole cittadine che così sono meglio valorizzate nei quartieri di riferimento e la copertura degli interessi passivi da parte delle associazioni attuanti. Il progetto che come sempre a Napoli, anche in presenza di valutazioni lusinghiere da parte degli amministratori pubblici, non è stato trasformato in servizio, rappresenta, pur con limiti e necessarie revisioni, una azione modello che risponde bene agli obiettivi di servizio secondo cui a Napoli e in Campania, il numero di posti per bambini in nidi e asili dovrebbe decuplicare. Il dispositivo costituisce anche uno dei pochi tentativi di sollecitare le persone in condizioni di povertà, per la loro attivazione, che è frontiera della più evoluta metodologia di lavoro sociale verso un possibile workfare dell’Europa meridionale. Si tratta di una delle ricorrenti crisi del progetto che non hanno mai chiarito il destino di questa politica pubblica, che da anni è finanziata con fondi girati dalla Regione al Comune. Nelle dichiarazioni dell’Assessora De Felice, come della Sindaca e dell’Assessora comunale alle pari opportunità, Valeria Valente, il dispositivo merita certamente un futuro, i fondi ci sono ma di fatto il Comune risulta incapace di costruire le procedure per evitare periodiche crisi. Gli stessi soldi per il 2008, che il Comune ha incassato dalla Regione ad Aprile sono stati girati ai tre enti attuatori – selezionati con gara pubblica – solo per il 40% in agosto, anche se ormai tutto è stato fatto. Evidentemente il Comune usa diversamente i soldi destinati ai Nidi.
Il progetto ha avuto risonanza mediatica, in giornali e televisioni di livello nazionale, raccogliendo apprezzamenti di ministri e del Governatore regionale, con materiali che si trovano anche in rete. La questione non è però solo quella di restare indignati per l’ennesimo ritardo, i possibili tagli, le inerzie, la disattenzione sul lavoro fatto. Qui vi è il paradosso che la volontà politica dichiarata con forza, la disponibilità dei fondi, l’apprezzamento per gli esiti non valgono nulla rispetto all’imperizia, alla trascuratezza, all’approssimazione che Sindaco, Assessore e dirigenti rivelano. Nidi di Mamme, che ha ispirato iniziative analoghe in altri comuni, è un caso emblematico di come nelle poche politiche integrate avviate a Napoli si produce inefficienza ed inefficacia, con significativi costi sociali, demotivando le persone, abbattendone la fiducia. L’incompetenza amministrativa, prodotto evidente di inidoneità dei responsabili, produce una condizione in cui non è possibile lavorare secondo un progetto sensato, con una valutazione rigorosa, elaborando un modello sostenibile che potrebbe essere il vanto delle politiche sociali della città. Certo il contesto è difficile. Ma le attenuanti ormai sono insignificanti rispetto alla superficialità e alla incapacità manifesta. Nel tempo alcuni di noi, implicati come responsabili delle organizzazioni del terzo settore attuanti questi progetti, siamo stati trattati come questuanti, costretti a segnalare, sollecitare, stimolare, raccogliendo il messaggio non tanto implicito: “non disturbate il manovratore che ha molto da fare e già ha predisposto le idonee soluzioni”. Per ora, a Natale, buona parte delle lavoratrici se ne vanno a casa senza soldi e le mamme dei bambini dovranno arrangiarsi a sistemare da gennaio i loro figli. Il rischio era noto da un anno ma gli amministratori napoletani hanno ben poca dimestichezza con alcuni contenuti di base della pianificazione. Ma il danno più grave è la dissipazione di un capitale che questi esponenti della classe dirigente sono incapaci di valorizzare al di fuori di retoriche e impegni di circostanza. Il dato che Nidi di Mamme è stato trattato meglio di diversi altri progetti, è solo ulteriore indizio di quanto è compromessa la situazione.