Sulla repubblica di oggi si legge un titolo "ROSSI-DORIA E LA SFIDA DEL SOCIALE ORGANIZZATO" che fa subito pensare ad una prospettiva, se non addirittura ad un annuncio di un accordo elettorare che ovviamente NON ESITE E NON PUO' ESISTERE. Il pezzo di Lucio Iaccarino propone una riflessione e una sollecitazione a fare qualcosa del genere, spiegandone accuratamente le ragioni. Ma mostra di non aver del tutto compreso cosa vuole essere Segnali di Fumo, e nemmeno il messaggio lanciato da Marco, Aldo Policastro, Maurizio Zanardi nell'incontro di Decidiamoinsieme, un messaggio di allarme democratico che va oltre l'oggetto elettorale, oltre Napoli, oltre i target e le sigle di movimenti civili più o meno organizzati. Non si può pensare di condensare nessuna rappresentanza elettorale in questo gioco bell'è sfatto della politica che il sistema irresponsabile e corroso dei partiti e dei politici ci sta lasciando addosso. Quel titolo dovrebbe far pensare a Repubblica che il modo di fare i titoli di un giornale non può più essere lasciato a margine di quello che un giornale dice e vuol dire, che il titolo fa media più del contenuto prezioso dei pezzi di un proprio costoso redattore, opinionista, collaboratore. Non ci avevamo pensato che il media avrebbe inteso in questo modo la circostanza di due eventi tanto ravvicinati e organizzati da realità diverse che hanno tra loro alcuni punti in comune. Questa mancata valutazione fa parte degli errori che si possono commettere quando si è ancora in pochi, all'inizio di un percorso, e si vuole stare fuori dai giochi dei politici e degli apparati che occupano le istituzioni democratiche e frantumano tutto il "sociale" che ci sta appeso intorno. Diciamo sinceramente grazie ad Angelo Carotenuto che ha raccontato su Repubblica di qualche giorno fa quello che realmente è avvenuto e ci siamo detti nell'incontro di mercoledì scorso sui Segnali di fumo. E con la stessa semplicità diciamo che Iaccarino si è fatto un'idea sbagliata, ha confuso la presenza di Marco a Segnali di fumo e la presenza di alcuni promotori di segnali di fumo alla riunione di Decidiamoinsieme con un possibile accordo a scopi elettorali. Non c'è nemmeno bisogno di smentire, saranno i fatti a smentire le conclusioni di Iaccarino per ciò che riguarda Segnali di fumo. Non vediamo come il movimento per l'acqua, quelli di Chiaiano, i centri sociali, l'onda, i senza fissa dimora, gli immigrati, i rom, i trans, le prostitute, potrebbero riconoscersi in una proposta di questo tipo, votare (chi può) compatti per uno qualsiasi che sia tra noi, non vediamo e non vogliamo nemmeno vedere come, se, perchè e per chi questi soggetti di cittadinanza resposabile e attiva potrebbero andare a votare, e in nome di quale rappresentanza, di quale democrazia, non sapremmo dire. Quello che non si è compreso di Segnali di Fumo (logicamente visto che di segnali tra indiani si tratta, di segnali che i cow boy non devono poter capire che altrimenti la loro macchina da guuerra ci trova e ci scamazza) è che le raltà a cui ci rivolgiamo e di cui ci sentiamo parte vogliono una democrazia vera, partecipata da passione e umana comprensione, che la rappresentanza, la governabilità e le compatibilità sono morte, ammazzate dalla irresponsabilità, che la responsabilità politica oggi risiede nella cittadinanza sociale, nello stare dalla parte di quelli che non contano niente e che nel dna dei Segnali di Fumo c'è la politica di quelli che non contano niente, come diceva Zanardi lì a Decidiamoinsieme.
Quando La Repubblica ci vedrà in azione (sperando di riuscirci), per sostenere istanze di democrazia diretta, per fermarci a riflettere sul senso di questa parola, per praticare e difebdere gli spazi della politica di quelli che non contano niente, forse non titolerà più nulla sui Segnali di Fumo, o forse si iniziarà a convincere che questa cittadinanza responsabile può far bene contro qualsiasi potere che occupi le istituzioni e far bene per difendere e rispristinare valori e spazi anche della democrazia della rappresentanza, del voto.
MI scuso per questo intervento che è fuori dallo stile di questo blog che di fattarielli sfatti non ama occuparsi. Ma mi pareva davvero necessario.
sv
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