Negli ultimi mesi, nella nostra città, si sono sviluppate esperienze positive di movimento dal basso e di costruzione di alternative al modello socio-economico dominante, sul tema dei rifiuti e della difesa dei beni comuni, sulla questione rom e immigrazione, per i cittadini senza fissa dimora che popolano Napoli, per poter garantire legalità, sicurezza, aumento delle condizioni di benessere collettivo, per il bene primario dell’istruzione.
Piccoli, deboli, ma bellissimi “segnali di fumo” di “indiani indipendenti” che si sono stufati di stare nelle loro riserve.
Esperienze che hanno mostrato anche un limite che ha depotenziato le diverse istanze: quello di rinchiudersi nei propri specifici, di pensarsi ognuno come portatore di “verità assolute”, di far prevalere l’idea dell’altro non tanto come risorsa, ma come possibile elemento contaminante e dannoso.
Per questo ci pare urgente avviare un processo che costruisca un ponte tra i tanti modi di fare una città diversa, che sia in grado di dare contenuti ad un progetto per la città, che si prenda cura del “pubblico”.
Per farlo realmente, occorre che ciascuno di noi si senta parte, si metta in relazione attiva e costruttiva con le aggregazioni che si sono create nel territorio, stringendo un patto sociale per riconoscere e contestualizzare in alleanze le differenze, per avviare un processo di scambio e di iniziativa comune e condivisa, che provi ad aprire un diverso ciclo politico, con l’obiettivo di costruire una forma solida e strutturata di organizzazione della cittadinanza responsabile
Vi proponiamo di provare insieme a costruire uno spazio comune e continuativo per le nostre esperienze, di intraprendere insieme un percorso, rispettoso delle differenze e delle autonomie, un movimento a forte responsabilità sociale, trasparente e democratico nel suo evolversi, preciso nella definizione dei contenuti e dei suoi obiettivi, che sia in grado di parlare e coinvolgere anche chi non ha forza alcuna per eccesso di degrado, di povertà, di dipendenza, di paura, di bisogno.
Un percorso chiaro nel segnare indipendenza e autonomia dai “palazzi”, lontananza dalle forme degradate della politica tradizionale, non radicalmente e ottusamente chiuso o qualunquisticamente apolitico, ma capace di continuare a privilegiare un’idea di politica centrata sull’interesse collettivo e non sull’uso privato della cosa pubblica.
Se vogliamo che Napoli rinasca deve avere vita una cittadinanza attiva e responsabile che prema sulle istituzioni cittadine e regionali.
Traduzioni
6 dicembre 2008
Appello per una cittadinanza attiva e responsabile
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