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12 marzo 2009

Io curo non denuncio


12 marzo 2009 Repubblica
“Vietato registrare i figli dei clandestini”
Spunta comma nel ddl. Medici in rivolta: no all´obbligo di denuncia. Maroni: rischio banlieue
di Mario Reggio

ROMA - «Non siamo spie, la misura è colma». Insorgono i sindacati dei medici: saremo obbligati - affermano - a denunciare l´immigrato clandestino che si presenterà in una struttura sanitaria per essere curato, e chi di noi non lo farà commetterà un reato penale. Il governo ha sempre sostenuto che l´abrogazione della norma che vietava la denuncia da parte del medico non avrebbe comportato sanzioni, e che in sostanza il medico avrà la facoltà, e non l´obbligo, di denunciare. Ma secondo gli uffici legali dei sindacati ciò è falso: il medico è pubblico ufficiale, l´immigrazione clandestina è reato, ergo - questa è la loro tesi - il medico è passibile di denuncia e condanna penale se non segnala gli irregolari. Tutto ciò come effetto del ddl sulla sicurezza passato al Senato ed ora all´esame delle commissioni alla Camera. Il ministro Maroni replica: «Non c´è alcun obbligo per i medici». E aggiunge che «esiste un rischio di violenza, un rischio banlieue in certe periferie delle città».
Ma da quel testo spunta un altro attacco alla dignità delle persone: stavolta tocca ai neonati figli di immigrati clandestini. In base ad un comma dell´articolo 45, senza la presentazione del permesso di soggiorno i bambini non potranno essere registrati all´anagrafe. L´effetto sarebbe il moltiplicarsi di un esercito di bambini “invisibili”, con genitori che non esistono e nessuna possibilità di essere curati. In più, il rischio del moltiplicarsi dei parti clandestini. Partiamo dal rischio dei “bimbi invisibili”. Attualmente è in vigore la legge del ‘98, primo governo Prodi, che esonera tutti i cittadini stranieri dal presentare il documento di soggiorno per compiere atti di stato civile. La segnalazione della soppressione di questa deroga arriva dall´Associazione dei giuristi per l´immigrazione, che ha scovato il codicillo nelle pieghe del ddl sulla sicurezza. «La norma si configura come una misura che scoraggia la protezione del minore e della maternità - affermano i giuristi - Una norma che appare incostituzionale sotto diversi profili». Le conseguenze sarebbero drammatiche: i bimbi resterebbero senza identità, c´è il rischio nel caso del parto in ospedale che non vengano consegnati ai genitori e siano dichiarati in stato di abbandono. Una situazione che porterebbe al proliferare dei parti clandestini.
Una scelta della maggioranza che fa il paio con l´emendamento, presentato dalla Lega Nord, approvato in commissione ed in aula Senato, che obbliga i 120 mila medici delle strutture pubbliche e convenzionate a denunciare il paziente senza permesso di soggiorno. Una misura che non esiste in nessun Paese europeo (salvo il Germania, dove però non sono previste sanzioni per il medico obiettore e quindi viene ignorata). I medici hanno annunciato che useranno tutti gli strumenti legali, «fino alla Corte di giustizia europea passando per la Corte costituzionale». E´ questa la posizione di tutti i sindacati medici. Massimo Cozza, segretario dei medici Cgil dichiara: «I 120 mila medici che rispetteranno la deontologia e la Costituzione diventeranno loro stessi clandestini».